Albanella: coppia uccisa , continuano le indagini

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Albanella: coppia uccisa , continuano le indagini

Sulla strada della soluzione il caso dei due conviventi trovati morti, sembra che sia stato un delitto legato a motivi di lavoro.

I fatti
Un uomo di 56 anni e una donna quarantenne, conviventi, sono stati trovati morti nella loro abitazione a Albanella il 3 gennaio 2012. I due corpi erano riversi in una pozza di sangue e presentavano ferite dovute all’apparenza a numerose coltellate e bastonate. A scoprire i due corpi è stato un figlio diciannovenne dell’uomo, quando, a tarda ora, è tornato nella casa di località Fravita, in piena campagna.
Sarebbero state presenti almeno due persone sul luogo che nel primo pomeriggio del due gennaio ha visto la morte della coppia di Albanella, Armando Tomasino e Maria Francesca Lamberti, colpita brutalmente da sessanta coltellate.

Le indagini
Oltre alla pista passionale gli inquirenti stavano vagliando anche quella legata alle attività lavorative del cinquantaseienne deceduto: nella fattispecie la sua frequentazione, a scopo commerciale, con zingari e rumeni.

L’arma del delitto
A quanto pare, sarebbe certo un coltellaccio da cucina non ancora ritrovato ed un bastone con il quale le vittime sarebbero state colpite.
Inoltre tracce relative ad impronte digitali e possibile sangue perso nell’aggressione, sono state cercate.

L’arresto
I presunti assassini di Armando Tomasino e Maria Lamberti, sono da questa notte in stato di fermo nel carcere di Fuorni con l’accusa di omicidio pluriaggravato in concorso. I carabinieri, coordinate da Franco Roberti, procuratore di Salerno, hanno mostrato che H.R., 24 anni, cittadino marocchino residente ad Albanella, e M.M.C., 44enne di Capaccio, avrebbero agito per questioni di lavoro e in particolare per motivi legati a somme di denaro non corrisposte. Secondo le indagini, condotte dai sostituti Maria Chiara Minerva e Rosa Volpe, della Dda di Salerno, e alle quali hanno preso parte gli uomini del nucleo operativo dei carabinieri di Salerno, diretto da Francesco Merone, e dai carabinieri della compagnia di Agropoli, guidata dal capitano Annicchiarico, a scatenare la furia omicida dei due vi sarebbero motivi legati al mondo lavorativo di Armando Tomasino, che raccoglieva ferro e rame usato per poi rivenderli. A inchiodare i due, vi sarebbero una serie di indizi che fin dal primo momento avrebbero attirato l’attenzione degli inquirenti, tanto da convincerli a seguire con decisione la pista legata alla professione di Tomasino. Le indagini non sono concluse.

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