Il Centro Juventus non chiude, accettata proposta dell’Asl

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Il Centro Juventus non chiude, accettata proposta dell’Asl

L’attesa buona notizia è arrivata: l’Istituto Juventus non chiuderà. Durante l’incontro di venerdì il commissario dell’Asl Salerno Antonio Postiglione aveva paventato la possibilità di un aumento del budget destinato alla struttura. Anche il Piano di zona S9 si era detto disponibile a farsi carico delle spese di trasporto degli utenti dell’Istituto, o a una compartecipazione eventuale per il centro diurnoLa proprietà però aveva chiesto due giorni per decidere se accettare o meno la proposta dell’Asl. E stamattina la risposta favorevole dei dirigenti dell’Istituto. Potranno tirare un sospiro di sollievo i tanti pazienti della struttura di Vibonati per giorni preoccupati dalla possibile chiusura del centro e quindi dall’ipotesi di essere trasferiti in strutture a centinaia di chilometri da casa. «Non avevo dubbi su questo esito. – ha commentato il sindaco di Vibonati, Massimo Marcheggiani – E’ un risultato straordinario, che testimonia la valenza del piano di zona sul territorio e la sinergia fra i Sindaci che unanimemente hanno fatto si la vicenda si chiudesse positivamente. Grazie anche all’Asl Salerno che ha promesso di rimodulare il budget». «Soddisfazione» espressa anche dal consigliere comunale Manuel Borrelli: «Si tratta di una buona notizia per il comune di Vibonati, per il golfo di Policastro e soprattutto per i ragazzi disabili e per le loro famiglie. Si è giunti a questo risultato grazie alla grande rete messa in campo. Ringrazio il presidente della regione Vincenzo de Luca che da me avvertito ha seguito con attenzione il problema. Ringrazio altresì il commissario Postiglione e il coordinatore della sua segreteria il Dr. Russo che hanno dimostrato un sensibilità diversa verso il mondo della disabilità». «Grazie a tutti quelli che hanno collaborato nell’interesse della comunità locale, delle famiglie, degli operatori – ha commentato il consigliere regionale Franco Picarone sui social – e soprattutto delle persone diversamente abili, cui sono stati risparmiati nuovi disagi».

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