Il 23 luglio sarà giorno di festa per tutta la comunità di Ogliara, borgo collinare ai piedi del Montestella. Intorno 20, infatti, nella chiesa parrocchiale verrà inaugurato il settecentesco confessionale che è stato, per due anni, oggetto di accurati restauri. Contemporaneamente, sarà presentata a tutta la comunità la statua marmorea, realizzata presumibilmente da un allievo dello scultore napoletano Tino da Camaino, in marmo di circa 90 cm, raffigurante la Madonna Odigitria e risalente al XIII secolo. Il restauro è stato fortemente voluto dall’associazione parrocchiale e di promozione sociale ‘Il Campanile di Ogliara’, da sempre impegnata per la salvaguardia del patrimonio storico artistico culturale dei rioni collinari. E proprio in questa ottica, l’associazione è pronta per un nuovo restauro, quello, appunto, della statua marmorea che raffigura la Vergine Maria che mostra la via, al cielo che è Cristo.
La Madonna Odigitria, più correttamente Odegitria (dal greco antico ὸδηγήτρια, colei che istruisce, che mostra la direzione), è un tipologia iconografica cristiana diffusa in particolare nell’arte bizantina e russa del periodo medioevale. Si tratta della Madonna raffigurata a mezzo busto con in braccio il bambino Gesù seduto in atto benedicente con in mano una pergamena arrotolata e ‘indicato’ con la mano destra dalla Vergine (da qui l’origine dell’epiteto). Parliamo di un tema figurativo che trae origine dall’icona omonima che rappresentò, a partire dal V secolo, uno dei maggiori oggetti di culto a Costantinopoli. Secondo l’agiografia, infatti, questa reliquia sarebbe stata una delle icone mariane dipinte dall’evangelista Luca che Elia Eudocia (Aelia Eudocia, circa 401-460), moglie dell’imperatore Teodosio II, avrebbe ritrovato in Terra Santa e portato, poi, a Bisanzio. Il culto di questa icona fu particolarmente popolare. Ad essa, infatti, sono intitolate diverse chiese e luoghi di culto, soprattutto in Grecia e nell’Italia meridionale.
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