Fake News: lo spauracchio delle false notizie che fanno opinione

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Fake News: lo spauracchio delle false notizie che fanno opinione

Uno dei temi di attualità più dibattuto negli ultimi mesi da editorialisti, politici e studiosi è quello delle fake news. Alcuni minimizzano la questione, giudicandola ridicola, imbarazzante ma comunque non dannosa; altri invece ne sottolineano i potenziali pericoli. Il fenomeno oggi è all’attenzione di tutti per la sua diffusione massiccia dovuta ai mezzi tecnologici di informazione e in particolare ai social network.

La fake news, o bufala per dirla in italiano popolare, è una notizia inventata che non ha fondamento reale. Non si tratta quindi di una notizia corretta, ma strutturata in modo persuasivo come alcuni possono pensare, fatta per orientare il pensiero delle persone. Il caso Cambridge Analytica e l’informazione fatta per marketing o per la politica, insomma, sono un’altra storia. Le “bufale” possono essere riguardanti diversi argomenti e possono avere diversa forma ma sono fondamentalmente falsità: si va dagli slogan, alle immagini forti, agli articoli costruiti e inventati.

Esse sono fatte per intercettare le persone, toccandole su temi caldi e per suscitare il malcontento, l’indignazione, la rabbia al fine di accaparrarsi dei click su social e siti web. Anche se l’obiettivo è questo, non si può tuttavia negare che troppo spesso le fake news possano però rafforzare idee e creare opinioni, alimentando teorie complottistiche in reazione a determinati temi. La struttura è fatta in modo da spingere le persone a condividere le notizie e per questo queste bufale si diffondono in modo rapido e capillare.

Le fake news sono pericolose?

Anche se talvolta si tratta di storie assurde e assolutamente prive di fondamento, le fake news possono incidere sull’opinione delle persone e sulle loro scelte, minando il benessere collettivo. Un classico esempio è l’allarme lanciato su presunti altissimi capitali che gli italiani investirebbero nel gioco d’azzardo e che starebbero mandando sul lastrico lo Stato. Attribuire alla ludopatia la colpa della crisi economica italiana per alcuni è a dir poco fantasioso, ma per alcune nicchie di persone, che si ritrovano a credere alle fake news, potrebbe essere la verità.

I moderni strumenti di propagazione creano, quindi, opinione pubblica, provocando forti reazioni nella sopracitata percentuale di analfabeti funzionali che si ritrovano a “combattere guerre” di fatto senza alcun fondamento. La sofferenza, la crisi, la povertà tuttavia fa audience e le conseguenze sono disastrose. Le bufale andrebbero contrastate rendendo più difficoltoso il procedimento di condivisione, nella speranza che nel frattempo le persone si documentino di più.

Case esempio: fake news e gioco d’azzardo

Un esempio recente di fake news, che fa ben capire la confusione che si crea nelle persone, è il comunicato dei dati sulla spesa fatta dagli italiani per l’anno scorso per il gioco d’azzardo. Secondo questa notizia le persone avrebbero speso 95miliardi fra Gratta e Vinci e scommesse, quindi quasi quanto potrebbe costare una legge di Bilancio. La popolazione è insorta, ovviamente, e si è schierata in forme più o meno violente contro i locali che hanno le macchinette, contro i gestori di sale da gioco, contro i commercianti che rivendono biglietti del Gratta e Vinci. Le slot vlt online sono invece state lasciate fuori perché, lo sanno tutti, danno un limite massimo alle giocate e sono sotto stretto controllo delle autorità per prevenire la ludopatia.

A fronte dell’allarmismo generale si è dovuto rispondere con una notizia veritiera, per calmare le acque: considerando i 77 miliardi di vincite, la spesa reale degli italiani al gioco è stata di 19miliardi. É ovvio che non sono pochi, ma sono tranquillamente paragonabili a quelli investiti per altre forme di divertimento o di hobby.

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