Cilento centro dell’Europa, 35 giovani a Rofrano per parlare di sviluppo rurale

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Cilento centro dell’Europa, 35 giovani a Rofrano per parlare di sviluppo rurale

Trasformare una presunta periferia del Cilento, in crocevia di Europa. E’ la sfida che l’associazione Connect persegue mediante lo scambio culturale giovanile ‘To (be)lieve or not to (be)leave?’. Ben 35 ragazzi, in rappresentanza di cinque Paesi europei – Albania, Croazia, Portogallo e Serbia, oltre all’Italia – si sono radunati a Rofrano per sperimentare e condividere esperienze, azioni e soluzioni sul tema dello sviluppo rurale. Un’iniziativa di dimensione europea, che realizza un progetto vagliato dall’Agenzia nazionale giovani e finanziato nell’ambito del programma “Erasmus+: Gioventù in Azione”. A partire dal 20 giugno, per dieci giorni, i giovani partecipanti sono chiamati a condividere profondamente la vita della Comunità locale, osservandone le peculiarità ed esaminandone punti di forza e di debolezza, al fine di recepire fattori di crescita individuale e sociale.

Il programma formativo si articola in una sequenza di attività interattive ispirate ai principi dell’educazione non formale. Si propone di realizzare un apprendimento pratico (learning by doing) e condiviso, diretto a alla riflessione e allo sviluppo di competenze sociali, al fine di proporre soluzioni creative per lo sviluppo delle comunità rurali, che culmineranno in uno spettacolo finale di teatro forum. La performance teatrale, organizzata dagli stessi giovani stranieri e locali, si svolgerà, nella serata di domenica 28 giugno, tra i suggestivi scenari del borgo cilentano, a suggellare la compartecipazione e lo scambio di esperienze emblematiche, coerenti con i valori europei.

La tradizione inaugurata dal Comune, nel 2011, si rinnova, rafforzandosi grazie all’azione dell’Associazione Connect, dinamica e qualificata organizzazione con sede a Vasto, forte di una riconosciuta levatura internazionale e di un articolato curriculum progettuale nell’ambito delle politiche giovanili europee, arricchendosi di nuovi contenuti riconducibili al teatro sociale. Si tratta, infatti, per il Borgo cilentano del quarto scambio culturale giovanile. Un’esperienza che si pone come un modello di sviluppo rurale. L’inclusione, la cooperazione, la solidarietà, la coesione sociale rappresentano antidoti formidabili avverso spopolamento, suscettibili di essere innescati e consolidati a partire dalle risorse umane locali, attivando processi virtuosi di crescita endogena.

«Siamo fieri che il progetto sia stato premiato. spiega Desiree Pelliccia, 27 anni, presidentessa associazione Connect, project manager e formatrice di teatro sociale – Esso declina in maniera originale i nostri principi sociali, applicandosi ad una realtà complessa, affascinante e volitiva qual è il Cilento interno. Lo scopo é praticare sviluppo rurale, rappresentando i progetti e sogni dei giovani per il proprio territorio, alimentando la discussione e la partecipazione della comunità locale attraverso la tecnica del teatro forum, una forma artistica tutta da scoprire, che mira a rendere attivo il pubblico, ad inventare “spett-attori”, per esplorare, mettere in scena, analizzare e trasformare la realtà che essi stessi vivono. Per la buona riuscita dell’iniziativa – ha concluso – si è rivelato importante il contributo del Forum dei Giovani di Rofrano, partner attivo e convinto. Ringraziamo di cuore il Presidente Cavallo e tutti i giovani di Rofrano, padroni di casa. Ringraziamo anche il Comune che ha messo a disposizione della nostra Associazione locali e attrezzature».

«Abbiamo riadattato l’adagio shakesperiano per porre al centro del dibattito politico e civile nazionale, il tema delle aree interne e dello spopolamento, sollecitando una mobilitazione che conti sul protagonismo dei giovani e su uno spirito open mind. – ha detto Toni Viterale, 32 anni, associazione Connect ed ex sindaco di Rofrano – Sono queste le leve irrinunciabili per dare voce al nostro territorio, in tutto il mondo. Rofrano, inspiegabilmente, è stata estromessa dalla Strategia Nazionale per le aree interne, nell’indifferenza di gran parte degli attori politici locali. Un triste e grottesco paradosso, per una Comunità che merita ben altre prerogative e attenzioni. Ricerchiamo e sperimentiamo, così, antidoti contro la piaga dello spopolamento, a partire dalle persone, dalle singole coscienze e dalla loro azione, individuando e realizzando un modello di bio-turismo, suscettibile di essere replicato, fondato sulle relazioni umane e sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare sottoutilizzato, secondo la logica dell’albergo diffuso».

«Ce l’abbiamo fatta, anche questa volta. – ha aggiunto Enrico Elefante, 29 anni, associazione Connect, project manager e facilitatore – Ottenere l’approvazione di un progetto, che sposa ed attua una visione di sviluppo locale richiede competenza e sinergia. Ancora una volta, la presenza dei giovani volontari, pronti a scatenare creatività e innovazione, contribuisce ad accendere le idee e la voglia di crescere e vivere in questo caro angolo di mondo. L’impatto, in termini culturali, sociali, umani ed anche economici è notevole, ve lo posso assicurare». E Ana Jovanovic, 31 anni, presidente di Osmeh, project manager e facilitatrice ha concluso: «L’associazione Osmeh è il partner serbo di questa splendida iniziativa, al pari degli albanesi di Beyond barriers, dei portoghesi di Geoclube e dei croati di Mladi za Marof. Sono fiera di aver contribuito, negli anni, a dimostrare che anche un piccolo centro come Rofrano può offrire opportunità ai giovani europei, raccontandosi al di la dei suoi angusti confini ed ergendosi ad agorà continentale e fucina di idee. Rofrano è stato ed è un laboratorio di confronto e di pace per i giovani balcanici, capaci di sconfiggere i fantasmi della guerra».

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