Dimore storiche: sabato 11 ottobre apre al pubblico palazzo Ricci ad Ascea

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Dimore storiche: sabato 11 ottobre apre al pubblico palazzo Ricci ad Ascea

Sabato 11 ottobre si rinnova l’appuntamento con “Carte in Dimora. Archivi e Biblioteche: storie tra passato e futuro”, l’iniziativa promossa dall’Associazione Dimore Storiche Italiane (A.D.S.I.) che apre gratuitamente al pubblico biblioteche e archivi privati delle famiglie e delle imprese famigliari italiane: un vasto patrimonio di documenti, mappe, pergamene, foto , disegni d’artista e di stilisti,  libri contabili di aziende vinicole, eccezionali  raccolte librarie e molto altro … che tramandano le preziose tracce del nostro passato e sono  linfa vitale per il nostro futuro.

Le dimore e gli archivi e biblioteche storici privati che apriranno al pubblico sabato 11 ottobre in Campania: Palazzo Ricci ad Ascea (Salerno); Palazzo Nucci, Napoli; Palazzo Jelardi e Museo della Pubblicità, Benevento; Astapiana Villa Giusso, Napoli

Palazzo Ricci ad Ascea, in provincia di Salerno, in Via Filippo Rizzi n. 22, è una dimora storica con caratteristiche tipiche del contesto abitativo cilentano, databile alla fine del sec. XVIII, inizi del sec XIX. L’edificio si sviluppa su più piani ed è riconoscibile per il bel portale con arco in pietra calcarea chiara sagomato da modanature a gola e tondi. All’interno della dimora visse il capostipite della famiglia, Domenico Ricci (1757-1832). Nello studio della dimora si conserva una interessante raccolta di epistole riguardanti l’emigrazione tra l’Italia e l’Uruguai avvenuta nel sec. XIX. In alcune di esse si descrivono scrupolosamente i progressi della medicina e soprattutto dell’anestesia dovuti al prof. Angelo Raffaele Ricci (1841.1934) che, professore di medicina all’università di Montevideo, si era occupato di mettere a punto inoltre terapie per combattere le malattie infettive quali il Colera, il Tifo, la Spagnola, il Vaiolo. Suo fratello, Celestino Ricci (1847-1914) si distinse per essere stato nominato Presidente della Corte d’Appello di Napoli. Il figlio, Felice Ricci (1874-1966) fu un noto ingegnere che collaborò col noto architetto Giulio Ulisse Arata per la progettazione di eleganti villini Liberty a Napoli e dintorni.

“Carte in Dimora”, giunta quest’anno alla quarta edizione, apre ogni anno al pubblico più di cento archivi e biblioteche di dimore storiche su tutto il territorio nazionale per raccontare ai visitatori storie, tradizioni ed invenzioni che sono alla base non solo della nostra identità e del nostro senso del bello, ma anche del nostro modo di fare impresa con le origini delle nostre eccellenze per le quali siamo apprezzati in tutto il mondo e capaci di interpretare la realtà di oggi. L’Italia è culla di cultura e di eccellenze straordinarie, anche nei luoghi interni più remoti del suo territorio.

L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

L’evento si svolge in condivisione con la Direzione Generale Archivi e con la Direzione Generale Biblioteche e diritto d’autore del Ministero della Cultura, affiancando e arricchendo l’iniziativa “Domenica di carta”, promossa dal MiC e in programma domenica 12 ottobre. Un “week end di carta” con storie e memorie del passato per guardare al futuro con conoscenze diverse, una collaborazione tra pubblico e privato che vuole contribuire ad ispirare la crescita culturale, identitaria, economica e sociale del nostro paese.

Per ampliare sempre di più l’orizzonte dell’iniziativa e valorizzare il portato ideale del progetto, anche quest’anno “Carte in Dimora” vede la partecipazione di archivi privati non solo delle dimore storiche di A.D.S.I. ma anche di Fondazioni di rilevanza nazionale e internazionale. A titolo esemplificativo, alla storica collaborazione con le Case della memoria e con RIStorAMI, che rappresenta l’associazione degli archivi d’impresa del sud, si aggiunge quest’anno, per la prima volta, quella con Fondazione Einaudi e Fondazione Roberto Capucci.

«Gli archivi e le biblioteche custoditi nelle dimore storiche non sono soltanto luoghi della memoria, ma veri e propri ponti fra passato e futuro. In essi si conservano le radici della nostra cultura, italiana ed europea, che devono continuare a ispirare le nuove generazioni. L’apertura al pubblico di questi patrimoni, insieme alla partecipazione di fondazioni e archivi d’impresa, testimonia come la cultura italiana sappia tradursi in eccellenza, creatività e impresa: dalla moda al cibo, dall’arte al design.» – spiega Maria Pace Odescalchi, presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, che aggiunge – «Con “Carte in Dimora” vogliamo ribadire il ruolo di A.D.S.I. come risorsa per i territori, in particolare quelli più decentrati, dove le dimore storiche sono presidio identitario e motore di sviluppo culturale ed economico, capace di rafforzare il legame indissolubile che cementa le comunità. Ci auguriamo che anche quest’anno la nostra iniziativa veda l’adesione di un vasto pubblico di esperti, di appassionati e di semplici curiosi, confermando la validità di un progetto che valorizza il nostro patrimonio e rinnova la collaborazione tra pubblico e privato al servizio della cultura e del futuro del nostro Paese.»

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