Le acque e la pietra: viaggio nei borghi di Contursi e Caggiano
| di Marianna Vallone
A pochi chilometri dall’autostrada Salerno-Reggio Calabria, Contursi Terme appare discreta, quasi raccolta, ma basta fermarsi un momento per capire che il suo cuore pulsa da secoli sotto terra.
Le sorgenti termali, oltre quindici in tutta la zona, emergono lungo il corso del fiume Sele: acque sulfuree, salsobromoiodiche e bicarbonato-alcaline che sgorgano a temperature comprese tra i 40 e i 70 gradi.
Già note ai Romani, che vi costruirono piccoli impianti termali, queste acque sono oggi al centro di un’offerta di turismo del benessere che unisce la cura del corpo a quella dello spirito.
Gli stabilimenti di Contursi offrono trattamenti terapeutici, spa e percorsi naturalistici che seguono il fiume, tra il verde e la roccia. Un’esperienza che non è solo rilassante, ma anche rigenerante, perché invita a rallentare, ad ascoltare il respiro della natura.
Più a sud, arroccato su uno sperone roccioso, Caggiano domina la valle come una sentinella di pietra. È uno dei borghi più affascinanti dell’entroterra salernitano, con il suo dedalo di viuzze, archi e scalinate che salgono fino al castello normanno. Un paese da scoprire a piedi, lentamente. Dalla sommità del borgo lo sguardo abbraccia la valle del Tanagro e, nelle giornate limpide, arriva fino ai monti lucani. Ma ciò che conquista davvero è l’atmosfera: un silenzio denso, interrotto solo dal suono delle campane o dal vociare discreto dei residenti.
Accanto al fascino storico, Caggiano è anche una terra di sapori importanti: come il pasticcio caggianese (un rustico di carne, formaggi e uova), lagane e ceci e cavatelli al ragù (o “crusicchi” locali). La cucina del territorio valorizza prodotti come l’olio d’oliva, i vini e i salumi, oltre a formaggi.
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