Tra montagne calcaree, fiumi limpidi e un mare che profuma di macchia mediterranea, il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni custodisce una delle più ampie e varie concentrazioni di biodiversità del Mediterraneo. Oltre 180.000 ettari di ambienti integri, riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità e Riserva della Biosfera, dove la fauna selvatica ha trovato un rifugio sicuro, rigenerando equilibri antichi che altrove si sono perduti. Il simbolo di questa rinascita naturale è il lupo appenninico (Canis lupus italicus), tornato a popolare stabilmente il territorio. Tra le ombre dei boschi vive anche il gatto selvatico europeo (Felis silvestris silvestris), predatore schivo e notturno che rappresenta un indicatore biologico di elevato valore. La sua presenza, documentata da fototrappole e monitoraggi scientifici, conferma il grado di naturalità delle foreste cilentane. La fauna terrestre include inoltre volpi, faine, martore, istrici, tassi, cinghiali (anche se questi ultimi rappresentano un’emergenza perché numerosi) e caprioli. In quota, non è raro sorprendere il volo di una poiana o del maestoso nibbio reale, che con le sue ampie ali castane domina le vallate. Il Cilento rappresenta una tappa strategica per la migrazione degli uccelli lungo la rotta euro-africana. E’ oggi uno dei più importanti siti di osservazione ornitologica del Sud Italia. Le foci fluviali e le praterie salmastre costituiscono ambienti cruciali per il birdwatching e per la conservazione delle specie migratrici, oggi minacciate dalla perdita di habitat lungo le rotte mediterranee. La biodiversità del Parco prosegue oltre la linea di costa, nelle acque dell’Area Marina Protetta di Santa Maria di Castellabate e Punta Licosa, fino a Marina di Camerota e Capo Palinuro. I fondali ospitano praterie di Posidonia oceanica, coralli, spugne e una straordinaria varietà di pesci: cernie brune, murene, dentici e polpi. Nelle acque più profonde si incontrano pesci luna e tonni rossi, testimoni di un ecosistema ancora in equilibrio. Tra le presenze più emozionanti spicca la tartaruga marina Caretta caretta, che ogni estate torna a deporre le uova sulle spiagge del Cilento. Da anni, grazie a un’efficace rete di sorveglianza coordinata da biologi e volontari, sono stati censiti decine di nidi lungo il litorale di Ascea, Acciaroli e Palinuro: un successo che fa del Parco uno dei principali siti di nidificazione del Mediterraneo occidentale. A rendere unico il Cilento non è solo la varietà di specie, ma la coesistenza armoniosa tra natura e presenza umana. Camminare nel Parco significa entrare in un mondo dove la vita si manifesta in ogni forma possibile, un ecosistema complesso che ci ricorda quanto fragile e prezioso sia l’equilibrio della natura mediterranea.
Tra lupi e tartarughe marine, il Cilento regno della biodiversità mediterranea
| di Marianna Vallone
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