L’Italia si sta giocando una delle sue carte più ambiziose per la transizione energetica: l’idrogeno verde, un vettore pulito in grado di trasformare l’industria e il trasporto pesante. Negli ultimi mesi, progetti pilota e investimenti strategici stanno prendendo forma, segnando una rotta decisa verso un futuro più sostenibile.
Un progetto rivoluzionario: Italgas, Edison e l’industria alimentare
A maggio 2025, Italgas – il grande distributore di gas – ha annunciato una collaborazione con Edison Energia per fornire un blend con fino al 20% di idrogeno verde a uno stabilimento industriale dell’azienda alimentare Granarolo.
L’idrogeno verrà prodotto a partire da fonti rinnovabili in Sardegna in un impianto dedicato: è la prima volta in Italia che una percentuale così alta di idrogeno sostenibile entra nel ciclo produttivo di un’industria alimentare.
La portata dell’operazione è doppia. Da un lato, riduce le emissioni del sito produttivo, dall’altro dimostra che l’idrogeno verde può essere integrato in processi industriali già esistenti — senza stravolgere le infrastrutture ma innovandole con un basso impatto.
Il treno a idrogeno: mobilità pulita anche in montagna
Non è solo l’industria a guardare al futuro: anche la mobilità ferroviaria si trasforma. In Valcamonica, una regione alpina del Nord Italia, è in programma l’introduzione di treni alimentati a idrogeno.
Quattordici treni a zero emissioni, prodotti da Alstom, sostituiranno la flotta diesel su una linea di circa 110 km. Il progetto è sostenuto con un investimento di 367 milioni di euro, parte del Recovery Plan europeo, e include la costruzione di un elettrolizzatore on-site per produrre l’idrogeno verde direttamente dove serve.
Questo non è solo un fatto simbolico: per un’area montana, elettrificare la linea ferroviaria sarebbe costato enormemente. L’idrogeno diventa così la soluzione più pragmatica per una mobilità sostenibile nelle zone rurali e alpine.
Le sfide rimangono, ma la strada è segnata
Nonostante l’entusiasmo, il percorso verso un’adozione su larga scala dell’idrogeno verde è tutt’altro che semplice. Secondo esperti di energetica, per l’Italia servirebbero oltre 7,5 milioni di tonnellate di idrogeno verde all’anno per coprire le esigenze dell’industria pesante e dei trasporti.
Ottenere questo volume significa costruire molti più elettrolizzatori alimentati da rinnovabili, e tali impianti richiedono ingenti investimenti.
In più, la tecnologia per produrre idrogeno verde non è ancora matura sotto tutti i punti di vista: la startup UFI Hydrogen, per esempio, ha sviluppato membrane elettrolitiche innovative (“MEA”) per elettrolizzatori più efficienti, ma la produzione su larga scala di tali componenti è solo agli inizi.
Il potenziale economico e strategico
Perché l’Italia investe così tanto sull’idrogeno verde? Perché non è solo una questione ambientale: è una strategia industriale. Le imprese energivore – come quelle chimiche, siderurgiche o della raffinazione – possono decarbonizzare i loro processi. I trasporti pesanti (camion, treni, navi) possono usare l’idrogeno invece dei combustibili fossili. E lo Stato può sfruttare i fondi europei per rafforzare la propria indipendenza energetica.




