La Grecia antica incontra la tecnologia del XXI secolo: Elea-Velia, millenaria polis della Magna Grecia, apre le porte al futuro grazie a Velia Immersive. Un progetto che trasforma il Parco Archeologico in un’esperienza multisensoriale, dove visori Oculus Quest 3 e ricostruzioni 3D permettono ai visitatori di camminare tra piazze, templi e abitazioni antiche, rivivendo la quotidianità e i dibattiti filosofici di Parmenide e Zenone. Qui, la storia plurimillenaria non è solo raccontata: si vede, si ascolta, si vive, grazie a strumenti moderni che colmano il divario tra pietra e pixel. Un progetto presentato dal Parco Archeologico di Velia e promosso dal Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni grazie ai fondi della Legge 77, destinata alla valorizzazione dei siti UNESCO. L’iniziativa rappresenta un passo in avanti nell’accessibilità e nella fruizione del patrimonio archeologico. Il funzionamento è semplice, come spesso accade alle idee buone: un visore Oculus Quest 3, una ricostruzione fedele e tridimensionale dell’antica polis, e il visitatore si trova catapultato tra piazze, abitazioni, templi, in un’Elea che non sopravvive più nei ruderi, ma nella sua interezza, come doveva apparire a Parmenide e Zenone. A guidarlo, non un anonimo narratore, ma Senofane stesso: un filosofo in carne digitale e ossa storiche, che accompagna lo spettatore in un percorso dove la storia non si contempla, si attraversa. Un viaggio che si chiude con un quiz, dettaglio moderno che strappa un sorriso, ma che restituisce all’esperienza la consapevolezza che il visitatore non è passivo, ma parte attiva del racconto. «Nel nostro Parco ogni pietra racconta secoli di storia» spiegano il presidente Giuseppe Coccorullo e il direttore Romano Gregorio. Il progetto vive anche grazie ai giovani del Servizio Civile Universale, che ogni giorno accompagnano, illustrano, spiegano, sostenendo in silenzio un’idea molto più grande: che la cultura non si tramanda per inerzia, ma per vocazione. Così, mentre i visitatori indossano un visore, il tempo smette di scorrere in linea retta e torna ad avvolgersi su sé stesso. «L’essere è e non può non essere», diceva Parmenide. E forse aveva ragione: ci sono luoghi che sono, e che non possono smettere di essere nemmeno quando il tempo ha fatto il suo mestiere di demolire. Velia è uno di quei luoghi. Perché la storia, quando la si vede negli occhi, smette di essere antica e torna a essere viva.
Velia immersive: visitatori catapultati nell’antica Elea con i visori
| di Marianna Vallone
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