L’Associazione Sindacale Nexsus torna a farsi sentire dopo gli episodi emersi all’Ospedale San Raffaele di Milano, dove nei reparti critici gestiti da personale assunto tramite cooperative sono stati registrati gravi errori, disorganizzazione e carenze gestionali tali da mettere a rischio la sicurezza dei pazienti e degli stessi operatori sanitari.
A finire sotto accusa è soprattutto la gestione dei reparti di Medicina ad Alta Intensità e di Cure Intensive. A seguito degli episodi segnalati, primari e Direzione Sanitaria hanno disposto il blocco dei nuovi accessi dal Pronto Soccorso e trasferito i pazienti già ricoverati verso altre unità. Contestualmente è stata istituita un’unità di crisi per fronteggiare una situazione definita “inaccettabile”.
Per Nexsus il caso del San Raffaele è solo “la punta dell’iceberg” di un sistema sanitario nazionale da anni allo stremo. L’infermiere – denunciano – continua a essere il primo a pagare le falle organizzative: «Non è una professione improvvisabile. Richiede esperienza, formazione continua e continuità assistenziale».
Un quadro nazionale allarmante
La crisi del San Raffaele si inserisce in un panorama più ampio che, secondo i dati citati da Nexsus, racconta un vero fallimento strutturale del sistema sanitario.
Decessi evitabili – ISTAT 2021
- 19,2 ogni 10.000 abitanti: centinaia di migliaia di vite che si sarebbero potute salvare con una migliore organizzazione.
Evidenze scientifiche sul rapporto infermiere/paziente
- Lancet, 2014: +1 paziente per infermiere = +7% mortalità.
- Regno Unito: passaggio da 10 a 6 pazienti/infermiere = –20% mortalità.
- California: rapporto stabilito per legge 1:5 → meno morti, meno infezioni, più risparmi.
- Australia: rapporto medio 1:4.
- CADIS: il 50% delle infezioni ospedaliere è evitabile.
In Italia la situazione è ben diversa: nei reparti più critici si arriva anche a 1 infermiere per 12, 25 o più pazienti, contro gli standard internazionali di 1:1, 1:2 o 1:5.
A questo si aggiungono i dati sulla crisi della sanità pubblica (fonte GIMBE):
- 13,1 miliardi sottratti al SSN negli ultimi tre anni;
- 41,3 miliardi di spesa sanitaria privata a carico delle famiglie;
- 1 cittadino su 10 rinuncia a curarsi;
- circa 300.000 denunce per malasanità nel solo 2023.
Il quadro lavorativo è altrettanto critico: l’Italia è ultima in Europa per work-life balance degli infermieri e gli stipendi sono fermi dal 1996 e sotto la media OCSE. Il Report Gallup 2024 indica che solo l’8% dei lavoratori italiani si sente coinvolto nel proprio lavoro.
“Chi paga per i morti evitabili?”
Nexsus punta il dito contro le responsabilità politiche e dirigenziali: a pagare le conseguenze delle carenze organizzative – sostengono – sono quasi sempre gli infermieri stessi, spesso lasciati soli, sovraccarichi e senza un adeguato periodo di affiancamento.
L’associazione denuncia inoltre l’importazione affrettata di personale non sempre adeguatamente formato, inserito in reparti ad alta complessità senza un percorso di accompagnamento idoneo: «Non è una soluzione, è un rischio aggiuntivo per pazienti e operatori».
La proposta di Nexsus: “Investire negli infermieri è strategico”
Secondo le stime dell’OMS, entro il 2030 in Europa mancheranno quasi un milione di professionisti sanitari. In Italia, entro il 2035, circa 78.000 infermieri raggiungeranno l’età pensionabile.
Per questo Nexsus chiede un piano straordinario nazionale ed europeo che riconosca il ruolo centrale degli infermieri, anche alla luce dei fondi destinati alla difesa in ambito UE: “In caso di guerra, gli ospedali sarebbero luoghi strategici tanto quanto le basi militari”.
La delegazione che il 15 dicembre sarà in Regione Lombardia – guidata dal dott. Mirko Marzullo – presenterà una serie di richieste:
- Standard minimi di sicurezza: rapporto infermiere/paziente 1:4 o 1:5.
- Stipendi adeguati: allineamento alla media OCSE (circa 2.600 euro).
- Affiancamento obbligatorio: percorsi reali e non più ridotti a 3-5 giorni simbolici.
- Investimenti strutturali: stabilizzazione del personale e formazione continua.
- Riqualificazione del ruolo: impiego degli infermieri nella prevenzione, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nella gestione delle cronicità.
“Una sanità senza infermieri è una sanità senza vita”
«Gli infermieri sono fondamentali in pace, in pandemia e in guerra», ribadisce Nexsus, che invita cittadini e operatori a unirsi il 15 dicembre davanti alla sede della Regione.


