Si è conclusa la nuova campagna di ricerche archeologiche nelle Grotte di Pertosa-Auletta, che ha restituito testimonianze di eccezionale interesse e aperto una nuova finestra di osservazione su circa cinque secoli di storia, compresi tra l’età ellenistica e la prima età romano-imperiale.
Gli scavi lungo la condotta d’ingresso hanno riportato alla luce reperti che delineano un quadro più nitido dell’uso della grotta in epoca storica. Le numerose lucerne in terracotta, molte delle quali decorate e riconducibili alla prima età imperiale, insieme a monete di epoca ellenistica e romana e a piccoli e preziosi ornamenti personali, suggeriscono attività votive e momenti rituali ripetuti nel tempo. La disposizione dei materiali e la natura degli oggetti confermano che una parte di cavità presso l’ingresso ha funzionato come luogo di culto frequentato da gruppi locali o di passaggio nel territorio, attratti dal carattere simbolico e peculiare dell’ambiente ipogeo.
Parallelamente, sono emerse nuove palificazioni lignee e un battuto databile all’età del Bronzo finale, collegati allo straordinario villaggio palafitticolo protostorico già noto. Un’ulteriore conferma che le acque del fiume conservano ancora oggi lembi perfettamente conservati della palafitta che doveva estendersi originariamente in tutta l’area sotterranea prossima alla superficie. Questi elementi permettono di integrare il quadro complessivo della lunga sequenza di frequentazioni della grotta, un sito che conserva la straordinaria potenzialità di raccontare oltre 8.000 anni di interazione tra uomo e ambiente sotterraneo. Le nuove scoperte consentiranno ora di definire con maggiore precisione uno dei periodi più significativi di questa lunga storia, gettando luce su dinamiche cultuali, economiche e sociali legate al territorio della valle del Tanagro.
Per la prima volta, inoltre, il cantiere è stato aperto al mondo della scuola grazie al progetto di Formazione Scuola Lavoro della Fondazione MIdA con Eduiren (Gruppo IREN), offrendo agli studenti la possibilità di osservare da vicino il lavoro scientifico e di confrontarsi con un patrimonio unico a livello europeo. Un progetto pilota che ha integrato i lavori di scavo con le testimonianze della presenza dell’uomo dal Museo del Suolo alle centrali idroelettriche di Iren Energia.
«I risultati di questa campagna – afferma Maria Rosaria Carfagna, presidente della Fondazione MIdA – confermano l’enorme valore scientifico delle Grotte di Pertosa-Auletta e la loro capacità di restituire testimonianze straordinarie a ogni nuova indagine. Lavoriamo in un contesto affascinante ma estremamente complesso: l’ambiente ipogeo, attraversato da un corso d’acqua attivo, richiede strumenti speciali, personale altamente qualificato e uno sforzo organizzativo costante. Proprio per queste ragioni è fondamentale garantire continuità agli scavi, e siamo aperti e felici di accogliere nuovi partner che vorranno unirsi a questo percorso di ricerca e valorizzazione. Un ringraziamento speciale va a IREN, che sostiene con convinzione questo grande impegno a favore della conoscenza e della cultura.»
Alle ricerche ha partecipato anche l’Istituto Centrale per l’Archeologia del Ministero della Cultura, offrendo un contributo tecnico-scientifico nell’ambito delle proprie competenze sull’archeologia in contesti confinati, tema al centro di specifici progetti dell’Istituto finalizzati alla definizione di linee di indirizzo metodologiche per la ricerca in cavità naturali e artificiali. La campagna rientra nella concessione triennale 2025-2027 affidata dal MIC alla Fondazione MIdA, in collaborazione con l’Istituto Centrale per l’Archeologia – MIC, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino e il Centro di ricerca speleo-archeologica “Enzo dei Medici”, con il sostegno del Gruppo IREN. Le prossime attività proseguiranno con scavi, analisi specialistiche e documentazione scientifica dei reperti.


