12 Dicembre 2025

Decessi improvvisi poi la scoperta: a Caposele nuova mutazione genetica Lmna collegata a patologie cardiache

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Decessi improvvisi poi la scoperta: a Caposele nuova mutazione genetica Lmna collegata a patologie cardiache

San Raffaele di Milano: individuata una nuova mutazione genetica associata a cardiomiopatia grave. Lo studio coinvolge 234 cittadini di Caposele

Una ricerca condotta dall’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, pubblicata sulla rivista Journal of the American College of Cardiology Advances (JACC): Heart Failure, porta alla luce una nuova mutazione del gene LMNA, responsabile di una forma severa di cardiomiopatia e di manifestazioni neuromuscolari più lievi ma clinicamente significative. Si tratta di una scoperta che apre nuove prospettive nella diagnosi precoce e nella prevenzione delle patologie legate alle cosiddette laminopatie.

Una mutazione sconosciuta individuata grazie a un maxi screening a Caposele

L’indagine è frutto di un esteso programma di screening genetico e clinico che ha coinvolto 234 persone appartenenti a un unico grande albero genealogico del comune di Caposele, nell’Irpinia. I ricercatori hanno identificato 30 portatori della nuova variante genetica — circa il 12,8% del campione.

I risultati sono allarmanti:
• tutti i portatori presentano alterazioni cardiache, spesso non diagnosticate in precedenza;
• circa il 43% mostra segni di interessamento neuromuscolare.

In numerosi casi, l’identificazione tempestiva della mutazione ha consentito interventi salvavita, come l’impianto di un defibrillatore o l’inserimento nelle liste per il trapianto di cuore.

Una collaborazione multidisciplinare

Il progetto, avviato nel 2022 e concluso nel giugno 2024, ha visto il coinvolgimento di sette specialisti del San Raffaele guidati dal dottor Simone Sala, cardiologo e aritmologo. Con lui hanno lavorato il professor Stefano Previtali, neurologo dell’istituto e docente dell’Università Vita-Salute San Raffaele, e la professoressa Chiara Di Resta, genetista del medesimo Ateneo e ricercatrice dell’Unità di Genomica dell’ospedale.

La partecipazione della comunità locale è stata determinante: cittadini, medici di famiglia, parrocchie e perfino discendenti dei Caposelesi emigrati all’estero hanno collaborato alla ricostruzione delle genealogie familiari e alla raccolta dei dati clinici.

Cosa sono le laminopatie

Il gene LMNA codifica due proteine fondamentali per la struttura del nucleo cellulare: le lamine. Quando questo gene è danneggiato, l’“impalcatura” del nucleo perde stabilità, con conseguenze che possono interessare cuore, muscoli e altri organi.

Le laminopatie comprendono un ampio spettro di malattie:
• cardiomiopatie familiari a progressione spesso rapida,
• distrofie muscolari,
• patologie neuromuscolari complesse,
• fino a malattie rarissime come la progeria di Hutchinson-Gilford, nota in Italia grazie all’impegno divulgativo del ricercatore Sammy Basso.

La nuova mutazione: la c.208del

La mutazione identificata, denominata c.208del, consiste nella perdita di una singola base del DNA. «Questa alterazione può causare la produzione di una proteina non funzionale — spiega la professoressa Di Resta — rendendo più fragile la struttura cellulare e predisponendo allo sviluppo di una cardiomiopatia dilatativa, con alterazioni della funzione di contrazione e del sistema elettrico del cuore».

Secondo il dottor Sala, il coinvolgimento cardiaco «può inizialmente manifestarsi in modo sfumato, senza sintomi evidenti, ma evolvere rapidamente in aritmie severe e rischio di arresto cardiaco».

Sul fronte neurologico, il professor Previtali sottolinea che «circa il 40% dei portatori sviluppa forme di debolezza muscolare o difficoltà motorie di entità variabile».

La storia clinica che ha dato avvio allo studio

L’individuazione della mutazione prende avvio nel 2021, quando una giovane donna si presenta al San Raffaele per alterazioni del ritmo cardiaco. A insospettire il dottor Sala è la lunga storia familiare di decessi improvvisi. Gli esami genetici, condotti dalla professoressa Di Resta, confermano il sospetto: la paziente è portatrice della nuova mutazione.

Per proteggerla dal rischio di aritmie maligne, le viene impiantato preventivamente un defibrillatore. Una scelta rivelatasi determinante: pochi mesi dopo il dispositivo interviene salvandole la vita.

Un secondo paziente, anch’egli originario di Caposele e con una storia familiare ricca di casi di morte improvvisa e problemi motori, risulta portatore della stessa mutazione. Sarà proprio lui, insieme a un cugino, a contribuire alla ricostruzione storica di un imponente albero genealogico digitale di quasi 3.000 persone, risalendo fino al 1689.
Un lavoro prezioso che ha permesso ai ricercatori di mappare in modo accurato la diffusione della mutazione nella comunità.

Identificare precocemente i soggetti a rischio

Grazie alla natura autosomica dominante della mutazione, è bastato individuare un solo ramo familiare per identificare rapidamente i potenziali portatori. Tutte le persone a rischio sono state sottoposte a screening cardiologici e genetici, che in diversi casi hanno permesso di intervenire prima che insorgessero complicanze gravi.

La scoperta del San Raffaele rappresenta un passo significativo nella comprensione delle laminopatie e apre la strada a programmi di prevenzione mirati nelle comunità a rischio. Un lavoro che dimostra come la combinazione di genetica, clinica e collaborazione territoriale possa letteralmente salvare vite.

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