12 Dicembre 2025

Idrogeno verde, il Sud cerca un leader: la Campania accellera

| di
Idrogeno verde, il Sud cerca un leader: la Campania accellera

L’idea che la Campania possa giocare un ruolo centrale nella filiera dell’idrogeno verde — produzione, stoccaggio, distribuzione e usi industriali e di mobilità — non è più soltanto un proclama: negli ultimi due anni sono fiorite iniziative istituzionali e proposte tecnologiche che mettono il territorio alle porte del Mezzogiorno sotto i riflettori della transizione energetica. Resta però da capire se quei semi piantati oggi potranno germogliare in un vero “hub” regionale o resteranno briciole di progetto.

Un contesto favorevole, tra progetti locali e corridoi internazionali

La Campania non parte da zero. La Regione ha lanciato progetti comunitari per promuovere l’uso dell’idrogeno rinnovabile in ambiti strategici come l’industria pesante e la mobilità; tra questi figurano iniziative finanziate a livello europeo per sviluppare catene locali di produzione e utilizzo di idrogeno verde. Tale approccio integra la strategia nazionale italiana di attrarre investimenti in “hydrogen valleys” territoriali, parte di una più ampia rete di corridoi energetici che mira a collegare il Sud Europa con i mercati del Nord. 

A livello operativo, non mancano segnali concreti: nel 2024 la Regione ha bandito e assegnato interventi per impianti pilota destinati al rifornimento di trasporto pubblico locale e ferroviario, affidati a operatori tecnologici che realizzano piccoli elettrolizzatori abbinati a fotovoltaico e infrastrutture di rifornimento. Questi progetti rappresentano la prima “goccia” di un sistema che dovrebbe crescere in scala e complessità. 

Infrastrutture portuali e logistica: Salerno e il nodo marittimo

Un ruolo cruciale per la Campania potrebbe essere giocato dai porti: la logistica marittima è un punto di accesso naturale sia per il rifornimento di materie prime sia per l’import-export di vettori energetici alternativi (ammoniaca, idrogeno liquido o trasformati). L’esperienza di test su mezzi “hydrogen-ready” e veicoli elettrici a idrogeno in alcuni porti campani segna un primo, utile banco di prova per la diffusione di tecnologie di rifornimento e gestione operativa. Questi test facilitano conoscenze operative e creano ecosistemi di competenze locali, indispensabili per attrarre investimenti più grandi. 

Opportunità forti — ma dipendono da tre fattori chiave

Perché la Campania possa realmente aspirare allo status di hub del Sud servono però tre condizioni che vanno ben oltre la buona volontà politica o qualche impianto dimostrativo.

  1. Capacità rinnovabile e continuità di offerta elettrica: la produzione di idrogeno verde richiede grandi quantità di elettricità rinnovabile dedicata (per azionare gli elettrolizzatori). Occorrono investimenti significativi in fotovoltaico ed eolico distribuiti sul territorio, oltre a sistemi di accumulo e a una gestione intelligente della rete per evitare competizione con la domanda elettrica civile.
  2. Infrastrutture di trasporto e stoccaggio: per sviluppare un mercato servono connessioni con pipeline, hub marittimi e siti di stoccaggio. Il progetto europeo del corridoio meridionale (SoutH2) che punta a portare idrogeno dal Mediterraneo verso il Nord Europa rappresenta una potenziale leva strategica per collegare il Sud e la Campania ai grandi mercati industriali. Ma trasformare il Sud in “porta” richiede scelte infrastrutturali e finanziamenti coordinati. 
  3. Domanda locale e settore industriale: per giustificare elettrolizzatori di scala è necessario che convergano clienti stabili — acciaierie, raffinerie riconvertite, cantieri navali, imprese chimiche o servizi pubblici locali come il trasporto ferroviario — pronti a comprare idrogeno a condizioni sostenibili. Senza domanda industriale ancorata sul territorio, la produzione rimane sottoutilizzata.

I rischi: costi, incertezza politica e il mercato che cambia

L’idrogeno verde vive oggi un paradosso: è centrale nei piani di decarbonizzazione, ma il suo sviluppo è costoso e sensibile a fluttuazioni economiche e regolatorie. Nel 2025 molte grandi imprese hanno rimesso in discussione progetti che solo pochi anni fa sembravano certi, sospendendo investimenti per ragioni di costi e domanda ancora incerta. È un campanello d’allarme: per la Campania questo significa che la corsa a diventare hub non può poggiare solo su annunci, ma su modelli finanziari robusti e garanzie di mercato. 

Il ruolo delle istituzioni e dei fondi europei

La partita politica e amministrativa è decisiva. Fondi europei (PNRR, programmi regionali e Interreg) e iniziative di partenariato pubblico-privato possono sbloccare i primi impianti e le reti. A livello nazionale, la strategia italiana per l’idrogeno ha cominciato a dare cornice a obiettivi e incentivi, ma la capacità di attrarre risorse per il Sud dipenderà dalla concretezza dei piani di sviluppo locali, dalla governance e dalla capacità delle Regioni di instaurare dialoghi funzionali con operatori energetici e grandi consumatori. Qui la Campania ha già mosso passi in avanti con progetti integrati che mirano a stimolare domanda pubblica (trasporto) e privata. 

Qual è il modello di crescita plausibile per la Campania?

Un percorso realistico per la Campania potrebbe articolarsi in tre fasi. Prima, la moltiplicazione di impianti modulari di piccola e media taglia collegati a cluster industriali e portuali, per creare casi d’uso replicabili. Secondo, la costruzione di un sistema logistico che integri stoccaggio, hub portuali e connessioni verso i corridoi nazionali e internazionali. Terzo, la formazione di contratti di off-take con grandi consumatori locali e accordi per l’export verso mercati europei. Solo così si amplifica domanda e si attenuano i rischi legati al prezzo dell’elettricità e ai costi capitali.

Il saldo: possibilità concrete ma non automatiche

La Campania ha fattori favorevoli – insediamenti portuali, un tessuto industriale che può offrire primi clienti, e una posizione strategica nel corridoio sud-nord – ma la trasformazione in hub non è automatica né rapida. Servono visione coordinata, capacità di attrarre investimenti industriali, un piano energetico locale per garantire elettricità rinnovabile dedicata e contratti che assicurino la domanda. Senza queste condizioni la regione rischia di vedere impianti isolati che non innescano un mercato.

Conclusione: opportunità strategica, esecuzione essenziale

L’idrogeno verde può rappresentare per la Campania una grande occasione industriale e ambientale: transizione energetica, nuova occupazione specializzata e rilancio della logistica portuale sono traguardi alla portata. Ma il tempo è limitato e la concorrenza tra regioni italiane e paesi del Mediterraneo è feroce. La partita si vincerà con progetti credibili, rete infrastrutturale, contratti di lungo periodo e, non secondario, con la capacità delle istituzioni locali di trasformare annunci e buone idee in cantieri reali.

Consigliati per te

©Riproduzione riservata