Umile, resistente al freddo e profondamente legata alla cucina contadina, la verza è una protagonista silenziosa delle tavole invernali del Sud. In Campania – soprattutto nelle zone interne e rurali – entra in pentola quando le temperature scendono, sposandosi con legumi, carni povere e sapori decisi. Non è mai protagonista solitaria, ma ingrediente “di compagnia”, capace di legare e dare profondità.
La verza non ha l’eleganza di altre verdure più celebrate, ma incarna perfettamente la cucina campana di stagione: sostanziosa, intelligente, capace di trasformare poco in molto. È il sapore dell’inverno che resiste, come le famiglie che l’hanno portata in tavola per generazioni.
Ecco tre ricette della tradizione campana (e meridionale) che ne raccontano l’anima.
1. Minestra maritata con verza
È il simbolo dell’inverno napoletano. La verza, insieme a scarola, cicoria e broccoli, entra nel grande “matrimonio” tra verdure e carni.
Ingredienti principali:
verza, scarola, cicoria, broccoletti, manzo, gallina o pollo, costine di maiale, salsiccia.
Preparazione (in sintesi):
Le carni cuociono lentamente per ore in acqua fredda fino a diventare brodo ricco. Le verdure, sbollentate e strizzate, si uniscono solo alla fine: devono restare riconoscibili, non disfarsi. Il risultato è una minestra intensa, profonda, che migliora il giorno dopo.
Tradizione:
Piatto delle grandi occasioni invernali, soprattutto tra Natale e Capodanno.
2. Verza e salsiccia in padella
Diffusa in tutta la Campania interna e nel basso Lazio, è una preparazione semplice ma saporita, nata per “rinforzare” le verdure con la carne.
Ingredienti:
verza, salsiccia fresca di maiale, aglio, olio extravergine d’oliva, peperoncino (facoltativo).
Preparazione:
La verza si sbollenta brevemente e si taglia grossolanamente. In padella si rosola la salsiccia a pezzi con aglio e olio; si aggiunge la verza e si lascia insaporire a fuoco lento. Niente pomodoro: il sapore deve restare pulito e deciso.
Tradizione:
Piatto unico, spesso accompagnato da pane casereccio tostato o da patate lesse.
3. Involtini di verza alla napoletana
Meno conosciuti, ma profondamente radicati nella tradizione domestica, gli involtini di verza nascono per riutilizzare pane e formaggi.
Ingredienti:
foglie di verza, pane raffermo, uova, pecorino o caciocavallo, prezzemolo, aglio, olio.
Preparazione:
Le foglie di verza vengono sbollentate e farcite con un impasto di pane ammollato, uova e formaggio. Arrotolate, si cuociono in padella o in tegame con poco olio e, in alcune varianti, un fondo leggerissimo di pomodoro.
Tradizione:
Piatto “di magro rinforzato”, spesso servito come secondo nei giorni feriali d’inverno.
Gli abbinamenti di vino
La minestra maritata, piatto complesso e ricco, chiede un vino capace di sostenere carni e verdure senza appesantire: un Aglianico giovane o un Piedirosso svolgono bene questo ruolo, grazie alla loro freschezza e al tannino misurato, nel solco della tradizione contadina campana.
Con verza e salsiccia in padella, preparazione più grassa e diretta, l’abbinamento naturale resta un rosso territoriale di media struttura, come il Casavecchia o un Aglianico dell’entroterra, vini schietti che puliscono il palato e accompagnano il maiale senza sovrastarlo.
Gli involtini di verza alla napoletana, più delicati ma arricchiti da uova e formaggi, trovano equilibrio in un bianco campano sapido e fresco: una Falanghina o un Greco valorizzano il piatto e ne alleggeriscono la componente grassa, secondo una consuetudine domestica ancora viva nelle cucine del Sud.


