Si è tenuto ieri sera, a Padula, il consueto incontro con le Istituzioni del territorio, promosso dalla Diocesi di Teggiano-Policastro come spazio di dialogo e confronto tra Chiesa e realtà civili, in prossimità del Natale.
Numerosa e qualificata la partecipazione: sindaci e amministratori dei Comuni della Diocesi, rappresentanti della Regione e della Provincia, esponenti delle Forze dell’Ordine, dirigenti scolastici, realtà del terzo settore e dell’associazionismo. Un segno concreto di un territorio che, pur attraversato da sfide complesse, continua a cercare strade di collaborazione e di bene comune.
Ad aprire i lavori è stato don Vincenzo Federico, direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, che ha richiamato il senso dell’incontro: non un appuntamento formale, ma un’occasione per ritrovarsi e rinsaldare legami, custodendo lo stile dell’ascolto. È seguito il saluto della Sindaca di Padula, Michela Cimino, che ha sottolineato l’importanza di un’azione condivisa tra istituzioni, Chiesa e tessuto civile, nel segno dell’armonia e dello spirito di servizio.
L’ing. Antonio Romano, presidente della Fondazione Romano Guardini, ha ripreso la frase di san Bernardo scelta per l’incontro, traducendola dal latino per metterne in luce lo snodo decisivo: Dio avrebbe potuto “aiutarci da lontano”, ma ha scelto di “farsi vicino”, entrando nella carne e nella storia. Da questa logica, ha spiegato, nasce un criterio anche per l’azione istituzionale.
In particolare, ha giocato sul contrasto tra due verbi: nel lessico contemporaneo “sovvenire” richiama spesso misure tecniche e amministrative, interventi necessari ma che possono mantenere distanza tra chi dispone e chi riceve; il Natale, invece, introduce il metodo del “venire”, della presenza, dell’“io sono con te”: entrare nel tessuto vivo delle comunità, ascoltarne il respiro, riconoscerne le ferite, sostenere i cammini.
Romano ha poi richiamato l’urgenza di partire dalle domande reali dei territori e, in modo speciale, dall’ascolto di ciò che viene dai giovani, perché la maturità dell’adulto – e quindi anche la responsabilità di chi amministra – si misura nella capacità di consegnare criteri, esperienza e conoscenze alle nuove generazioni.
Verso la conclusione ha indicato due parole imparate sul campo: umiltà (riconoscere che nessuno, da solo, può risolvere tutto) e audacia (tentare ciò che è possibile non sulla base delle sole forze personali, ma valorizzando la “compagnia” che tiene insieme una comunità). Richiamando anche il binomio solidarietà e sussidiarietà, ha consegnato una sintesi efficace: il passaggio “dal sovvenire al venire” è, insieme, il cuore del Natale e il cuore della buona politica, perché non basta l’assistenza: serve una prossimità che diventa responsabilità.
A concludere l’incontro è stato il Vescovo, P. Antonio De Luca, che ha espresso gratitudine a quanti operano quotidianamente nei territori e ha richiamato alcune sfide sociali che chiedono attenzione comune. Partendo dal Dossier regionale sulle povertà 2025 di Caritas Campania, presentato la scorsa settimana, sottolineando alcuni dati e tendenze che interrogano: l’aumento delle famiglie italiane che chiedono aiuto e la drammatica constatazione di una povertà che diventa ereditaria. Tra le fragilità più pesanti, ha citato anche la sanità, ricordando il dato dell’aspettativa di vita in Campania inferiore rispetto alla media nazionale. Da qui l’indicazione di due assi fondamentali su cui si costruisce la “ricchezza” di un popolo: scuola e sanità, sapere e salute. Ha richiamato poi esplicitamente la recente nota dei Vescovi della Campania sul fine vita, indirizzata “alle comunità e agli uomini e alle donne di buona volontà”: un dibattito che richiede attenzione alla vita e alla qualità della vita e il cui esito non può essere, ha detto con chiarezza, “una scelta di eutanasia o di abbandono terapeutico”, ma vicinanza, accompagnamento, rispetto e dignità. Con questo augurio, ha invitato tutti a riscoprire i grandi valori dell’umanesimo che abitano le nostre radici e la coscienza delle comunità, augurando a ciascuno un buon Natale.
L’incontro si è confermato, ancora una volta, come un segno di dialogo e fiducia reciproca, e come un invito a costruire alleanze autentiche a servizio delle comunità, soprattutto delle persone più fragili.


