L’avvocato Simone Labonia ci illustra quali sono i più recenti interventi normativi, per frenare questa insana abitudine.
Negli ultimi anni in Italia la sicurezza di medici, infermieri e operatori sanitari è diventata una questione in crescente allarme: i casi di aggressioni verbali e fisiche nelle strutture ospedaliere e nei servizi territoriali si sono moltiplicati, tanto da costituire un fenomeno strutturale e non più sporadico. Secondo i dati più recenti, nel 2024 le aggressioni hanno coinvolto oltre 22.000 operatori sanitari, con una media di violenze che continua ad aumentare rispetto agli anni precedenti. La risposta legislativa si è concretizzata con l’approvazione di un pacchetto normativo specifico, culminato nella Legge 171/2024, volto a rafforzare le tutele per il personale sanitario e sociosanitario vittima di violenze durante lo svolgimento delle proprie funzioni.
Il cuore delle misure adottate riguarda l’inasprimento delle sanzioni penali per chi aggredisce medici, infermieri e altri professionisti impegnati nell’assistenza sanitaria ed in particolare, l’arresto in flagranza, anche differita: l’aggressore può essere arrestato non solo al momento dell’atto, ma anche entro un breve intervallo di tempo successivo, facilitando l’intervento delle forze dell’ordine e riducendo la fuga di responsabili.
Vi è poi la procedibilità d’ufficio: le aggressioni non richiedono più la denuncia formale da parte della vittima per essere perseguite. In passato era spesso la stessa persona aggredita a dover avviare il procedimento, con conseguente rischio di impunità in assenza di querela: ora lo Stato interviene direttamente.
La legge prevede che la violenza, anche senza gravi lesioni, sia punita con pene detentive significative, fino a 5 anni di reclusione e sanzioni economiche rilevanti nel caso di danneggiamento di strutture e attrezzature. Per lesioni gravi e gravissime, le sanzioni aumentano notevolmente in linea con quelle previste per gli aggressori di pubblici ufficiali.
In passato la tutela del personale sanitario si basava su una normativa generica che includeva la violenza contro lavoratori e pubblici servizi, senza specifiche misure deterrenti dedicate. La novità più significativa è la trasformazione di queste aggressioni in fattispecie penalmente rilevanti, con un riconoscimento esplicito del ruolo pubblico e sociale degli operatori sanitari. L’obiettivo dichiarato dal Governo e dal Ministero della Salute è duplice: disincentivare la violenza e garantire un ambiente di lavoro più sicuro, tutelando così la qualità dell’assistenza e la fiducia tra paziente e medico.


