A Felitto la 5^ giornata di “Salviamo il dialetto cilentano – giornate itineranti nei borghi”
| di Antonio Vuolo
“Salviamo il dialetto cilentano” è un format dedicato alla valorizzazione dei dialetti cilentani e agli autori locali di ogni età, che con le loro opere cercano di esprimere le proprie emozioni in dialetto e allo stesso tempo ne conservano la memoria. L’appuntamento sarà a Felitto il 19 agosto 2025 alle ore 18:00, presso l’aula consiliare in Piazza Del Mercato. L’evento si svolgerà nell’ambito della “Sagra del fusillo felittese” ed è patrocinato dal Comune di Felitto e dall’associazione “Reattivamente”.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Carmine Casella, interverrà Mariangela Cerullo, ricercatrice e docente della Federico II di Napoli, sui pronomi dimostrativi nelle varietà cilentane. Poi, Aniello Amato parlerà degli studi di etimologia nelle varietà italo-romanze e Fernando La Greca si soffermerà sul dialetto nelle fiabe di Stella Cilento, pubblicate nel 1994 in una raccolta organica. La compagnia teatrale “Salviamo il dialetto cilentano”, guidata dalla regista Anna Fatigati, porterà in scena lo sketch “Ve pare niente a bbui”, tratto dall’omonima commedia di Lucia Paolino, e ci saranno gli interventi poetici di Pasquale Alario, Giuseppina Gnazzo e Vito Di Stasi. La serata sarà presentata da Tiziana De Matteis.

Il format ha lo scopo di attuare l’articolo 3 del programma “Europa creativa 2021-2027”, relativo al sostegno dei settori culturali e creativi dei Paesi dell’UE, che sancisce la salvaguardia, lo sviluppo e la promozione della diversità culturale e linguistica dell’UE e del patrimonio culturale. Partendo dalla differenza di Carmine Abate tra “lingua del cuore” e “lingua del pane”, questo format nasce con l’intenzione di far comprendere come i dialetti siano le nostre “lingue del cuore”, cioè i codici linguistici che abbiamo appreso durante l’infanzia e usiamo quotidianamente in famiglia, nelle relazioni sociali informali e per esprimere le nostre emozioni viscerali, cioè la rabbia, la gioia, l’amore e la nostalgia.
I dialetti cilentani, in modo particolare, sono i più complessi a livello strutturale di tutta la Campania, discostandosi dal modello linguistico napoletano per molti aspetti, in particolare a causa di un maggiore livello di conservazione delle vocali atone, per le quali in posizione finale è molto diffuso un sistema a quattro fonemi di tipo toscano. Inoltre, nel Basso Cilento occorrono sistemi vocalici misti e di difficile classificazione, secondo le categorie fissate da Giovambattista Pellegrini nel 1977, cioè vi sono sistemi di tipo siciliano, galloitalico, panromanzo e marginale, cioè di tipo rumeno. Una situazione così complessa merita di essere attenzionata non solo dagli studiosi di Linguistica e Dialettologia italiana, ma anche dalle persone semplici in chiave divulgativa, al fine di comprendere l’importanza della tutela del patrimonio linguistico locale come un bene immateriale di tutti.
Questo format mira a organizzare eventi in tutti i paesi del Cilento basati sulla discussione di usi e costumi cilentani tradizionali, sulla lettura di opere in poesia o in prosa in dialetto locale, sulla visita guidata di paesaggi con toponimi specifici e musei della civiltà contadina e sul recupero di piatti tipici che veicolano riferimenti onomastici particolari. Il format nasce da un’idea condivisa di scrittori, attori, artisti e amanti degli usi e dei costumi cilentani e mira a riscoprire la storia locale attraverso la divulgazione di documenti d’archivio, l’antropologia, la gastronomia, la fitoterapia e l’archeologia mediante il potente mezzo delle lingue locali, la massima espressione dell’identità di un popolo.
Per questi obiettivi il progetto si avvale della collaborazione di Enti, Comuni, Pro Loco e associazioni culturali: il Comune di Vallo della Lucania, l’Istituto musicale Goitre e l’omonima associazione di Vallo della Lucania, la Comunità montana “Gelbison e Cervati” e Kairòs, canale youtube di cultura giovanile e cilentana del presentatore Angelo Cortazzo di Cannalonga (https://youtube.com/@c.c.i.cortazzo?si=xB3zpzhovLRJo8wX). L’immagine usata come icona del format è un quadro di Mario Romano, famoso artista di Gioi, e rappresenta alcuni contadini in pieno mese di luglio alle prese con la raccolta delle spighe di grano per la mietitura e la trebbiatura nelle campagne del Cilento interno. In primo piano si vede un bambino intento alla lettura e sullo sfondo il Monte Stella, che nel X secolo era chiamato Monte de Cilento, da cui muove l’attuale toponimo.
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