A Polla il Falaut Campus: con “Baym Rebn in Palestina” un messaggio per la pace a Gaza
| di Pasquale Sorrentino
Il Falaut Campus lancia a suo modo un messaggio per la pace a Gaza. La manifestazione fondata dal M° Salvatore Lombardi e arrivata alla XIV edizione (quest’anno al Comune di Polla, 25-31 luglio) vede la partecipazione di oltre 200 giovani artisti da diversi paesi del mondo (Italia, Olanda, Turchia, Lettonia, Estonia, Bulgaria, Armenia, Russia, Corea, Cina). Per tutto il programma concertistico della settimana, la Falaut Campus Flute Orchestra porta in scena il brano “Baym Rebn in Palestina”, opera tradizionale del genere “Klezmer”, per l’occasione ibridata in modo da creare un ideale dialogo tra la cultura palestinese e quella israeliana. La prima performance si è tenuta durante il concerto delle Grotte di Pertosa-Auletta del 27 luglio, ma si ripeterà nel corso della settimana nell’Auditorium “Rocco Giuliano” all’interno dell’Istituto Omnicomprensivo Statale e sulle gradinate del Convento di Sant’Antonio di Polla.
Baym Rebn in Palestina. Il brano che verrà proposto più volte dall’Orchestra del Falaut Campus è una rielaborazione realizzata dall’Istituto Magnificat, una scuola di musica fondata nel 1995 nel cuore della Città Vecchia di Gerusalemme, e tempo fa cantata dai bambini negli asili.
«Il Magnificat è retto da pochi frati italiani, lì nasce l’ultimo sogno mondiale, un’orchestra composta da islamici, ebrei e cristiani, che continuano a suonare insieme nonostante i pareri contrari delle loro famiglie – racconta Paolo Totti, direttore della Falaut Campus Flute Orchestra – A questi musicisti non interessa se il collega di spalla sia di una religione diversa. Purtroppo non abbiamo notizie confortanti. Siamo in collegamento con loro via mail, in questo momento si trovano senz’acqua e senza luce. Ma continuano a suonare. Anni fa mi mandarono questa canzone, che si chiama Baym Rebn in Palestina, basata su temi che hanno rielaborato musicalmente. Deriva da canzoni che interpretavano i bambini israeliani e palestinesi, insieme, nelle scuole dell’infanzia. Il brano ha una grammatica che utilizza la seconda aumentata, intervallo tipico della musica araba, però basata su un ritmo improvvisativo ebraico. La cantavano senza problemi, fino ad alcuni anni fa. Adesso la portiamo noi in giro, perché non la suona più nessuno. In quelle terre, i bambini sono divisi e educati all’odio. Oggi avranno 20 anni o più, e stanno combattendo su fronti diversi. La musica è un metalinguaggio a livello grammaticale, ma smuove le unità interiori del cuore che mettono d’accordo tutto il mondo».
Un’operazione culturale che lancia un messaggio disperato di pace per quel che sta accadendo in Palestina. «Anche qui al Campus ci sono ragazzi con culture diverse, ma la musica li unisce – aggiunge il fondatore del Falaut, Salvatore Lombardi – Nel nostro piccolo cerchiamo di dare un segnale, di smuovere le coscienze. Le centinaia di giovani musicisti che vengono al Falaut Campus parlano il linguaggio universale della musica e vivono per una settimana tutti insieme, trovando bellezza e ricchezza intellettuale nella diversità delle loro rispettive culture. Dai bambini e dai ragazzi dovremmo imparare un concetto fondamentale: avere un mondo di pace è un miracolo possibile».
Falaut Campus. Docenti e studenti da ogni parte del mondo, concertisti, solisti, professori d’orchestra, nell’arco di una settimana abitano a Polla (nel Vallo di Diano, in Campania) trasformandola in una “città del flauto”. Falaut Campus è un progetto dell’Associazione AFI Falaut ets, che (con esperienza trentennale) opera in ambito organizzativo di eventi musicali sul territorio nazionale e internazionale. Si tengono lezioni giornaliere per i giovani (seminari, workshop, masterclass), mentre nella tarda mattinata e in serata vanno in scena tanti concerti aperti al pubblico, con i big internazionali. Molti i nomi di Maestri e docenti di fama, tra cui: Aldo Baerten, Ylenia Cimino, Valeria Desideri, Evcil Bulent, Mario Pio Ferrante, Fulvio Fiorio, Francesco Loi, Salvatore Lombardi, Iva Lubomirova, Meija Ilona, Ivan Nardelli, Paolo Totti, Lucrezia Vitale; mentre per gli archi Gennaro Cardaropoli (violino) e Rafaella Cardaropoli (violoncello). Ospiti d’eccezione: Mario Ancillotti, Irina Stachinskaya, Carmine Luigi Amabile. Pianisti accompagnatori, ormai colonne del progetto, saranno Amedeo Salvato e Raffaele Maisano.
I prossimi concerti. Il 28 luglio alle 12.30, all’Auditorium “Rocco Giuliano” con Mario Ancillotti (solista internazionale e già primo flauto dell’Orchestra della RAI di Roma), Carmine Luigi Amabile (primo flauto della Philharmonischen Orchester Bremerhaven), mentre alle 20.30 al Convento di Sant’Antonio una nuova performance della Falaut Campus Flute Orchestra. Il 29 luglio alle 20.30 all’Auditorium “Rocco Giuliano”, Francesco Loi (primo flauto dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova) e Aldo Baerten (primo flauto della Antwerp Symphony Orchestra – Belgio). Il 30 luglio alle ore 18.30, Gennaro Cardaropoli (solista internazionale e docente presso il Conservatorio Martucci di Salerno) e Ivan Nardelli (docente presso il Conservatorio Cimarosa di Avellino). Chiusura in serata (20.30) al chiostro del Convento di Sant’Antonio con Ylenia Cimino (solista internazionale e docente presso il Conservatorio Martucci di Salerno).
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