Ai funerali di Francesco Pio lacrime e una canzone: «Un dolore indescrivibile»

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Ai funerali di Francesco Pio lacrime e una canzone: «Un dolore indescrivibile»

(Foto ©Francesco Pecoraro) Lacrime e una canzone leggera in sottofondo accompagnano il piccolo feretro di Francesco Pio, il bambino di 13 mesi tragicamente ucciso da due pitbull a Campolongo di Eboli lunedì scorso. Tra le persone che sorreggono la bara bianca, ci sono anche gli zii.

I funerali si sono tenuti presso la parrocchia SS. Giuseppe e Fortunato di Borgo Aversana a Battipaglia, vicino a dove la famiglia risiede e non distante da dove è avvenuta la tragedia.

I familiari del piccolo sono devastati e incapaci di trovare pace. «Parlo a nome della famiglia D’Amaro», dice la zia Virginia ai giornalisti, «non ci sono parole per descrivere quello che è successo. Il mio cuore è con mio nipotino che non c’è più. Indipendentemente da chi sia responsabile, lui è sparito. Era come un figlio per noi. La nostra unica richiesta è giustizia. Solo chi ha vissuto questo dolore può davvero comprenderlo». Alcune donne nel piazzale antistante la chiesa commentano: «Non conosciamo la famiglia, ma era giusto essere qui oggi».

Francesco Pio è ora un angelo che ha lasciato questo mondo. «Sono una mamma», spiega una donna particolarmente commossa, «e non riesco nemmeno ad immaginare il dolore di questa perdita».

Il sindaco di Eboli, Mario Conte, che ha dichiarato il lutto cittadino per la giornata, prima di partecipare ai funerali, ha fatto visita alla Casa del commiato. «La mia solidarietà va a questa famiglia colpita da una tragedia così orribile. Continuo a sottolineare l’importanza di una regolamentazione per i proprietari di cani di questo genere, con l’obbligo di un patentino. Sono sconvolto dalla violenza con cui i pitbull hanno attaccato, senza possibilità di difesa. Ho parlato con il nonno, che mi ha raccontato di essere rimasto fuori dal cancello chiuso e impotente. Lo zio, che teneva in braccio il bambino mentre usciva di casa, è stato attaccato dai cani. Non c’è stato modo di impedirlo. Anche l’altro figlio ha cercato di intervenire, ma senza successo».

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