Sempre più morbidi, sempre più sedentari, sempre più… obesi. È il ritratto preoccupante degli animali domestici italiani, che negli ultimi anni hanno visto cambiare radicalmente le proprie abitudini di vita, spesso riflettendo quelle dei loro proprietari. Veterinari e associazioni animaliste parlano ormai di una vera e propria epidemia silenziosa, con conseguenze serie sulla salute di cani e gatti.
Secondo gli ultimi dati diffusi dalle principali associazioni veterinarie, oltre il 40% dei cani e il 35% dei gatti italiani sono in sovrappeso o obesi. Numeri in crescita costante, dovuti a un mix di fattori: riduzione del movimento, cibo ipercalorico, snack in eccesso e una crescente tendenza a “umanizzare” gli animali, confondendo le loro esigenze con le nostre.
Lo stile di vita che cambia
Se fino a qualche decennio fa i cani vivevano molto più tempo all’aperto, oggi trascorrono la maggior parte della giornata in casa o in appartamento, spesso soli, in attesa della breve passeggiata serale. I gatti, tradizionalmente cacciatori e esploratori, sono diventati perlopiù animali d’appartamento: comodi divani, lettiere sempre piene e cibo costante hanno ridotto drasticamente il loro istinto di movimento.
Il risultato è un crollo dell’attività fisica, unito a una disponibilità di cibo facile, spesso somministrato senza un programma preciso. Gli snack e i “premietti”, pensati per gratificare l’animale, diventano così calorie vuote che si accumulano giorno dopo giorno.
Le conseguenze sulla salute
L’obesità non è un semplice problema estetico: può trasformarsi in una patologia grave. I veterinari parlano chiaro: diabete, problemi cardiaci, difficoltà respiratorie, osteoartrite, malattie epatiche sono solo alcune delle conseguenze associate al sovrappeso.
«Spesso i proprietari non si rendono conto che anche pochi etti in più possono essere pericolosi — spiega una veterinaria della Federazione Nazionale Ordini Veterinari —. Un cane piccolo che aumenta di un chilo è come un umano che ne prende dieci».
L’obesità, inoltre, accorcia significativamente l’aspettativa di vita degli animali: in media da uno a due anni in meno.
La responsabilità (involontaria) dei proprietari
In molti casi, il problema nasce da buone intenzioni. La tendenza a “premiare” gli animali con il cibo, a condividere avanzi della tavola o a esagerare nelle dosi è diffusissima. Spesso è il modo più immediato per comunicare affetto. Ma i veterinari sono chiari: l’amore, quando passa dal piatto, può diventare rischioso.
C’è poi la questione del movimento. La vita sempre più frenetica dei proprietari riduce i tempi dedicati alle passeggiate o al gioco. Eppure, come per gli esseri umani, anche cani e gatti hanno bisogno di routine fisiche quotidiane.
Come invertire la tendenza
Gli esperti invitano a un cambio di prospettiva:
Controllare le dosi: ogni alimento ha una razione consigliata in base a peso, età e attività. Limitare le ricompense alimentari: sostituirle con gioco, carezze o esercizi di addestramento. Incrementare l’attività fisica: almeno due passeggiate al giorno per i cani; per i gatti, percorsi verticali, giochi di caccia simulata e ambienti stimolanti. Pesare regolarmente l’animale e consultare il veterinario per diete specifiche.
Ridurre il peso in eccesso richiede costanza, ma i benefici sono immediati: più energia, maggiore mobilità e una qualità della vita nettamente migliorata.
Il futuro del rapporto uomo–animale
La crescita dell’obesità animale mostra chiaramente come il legame con gli animali da compagnia stia cambiando. Oggi cani e gatti sono membri della famiglia a tutti gli effetti, ma questo impone anche nuove responsabilità. Se la loro vita si avvicina sempre più alla nostra, dobbiamo evitare di imporre loro anche i nostri difetti: sedentarietà, eccessi calorici, abitudini sbagliate.



