Antimafia, il Cilento sotto la lente della Dia: rifiuti, droga e corruzione nella Relazione 2024

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Antimafia, il Cilento sotto la lente della Dia: rifiuti, droga e corruzione nella Relazione 2024

La Direzione Investigativa Antimafia ha pubblicato la relazione annuale sull’attività svolta e sui risultati conseguiti nel 2024, includendo per la prima volta dati relativi all’intero anno solare. Tra i territori monitorati con attenzione, anche il Cilento e il Vallo di Diano, dove si sono registrati episodi significativi in materia di traffico illecito di rifiuti, spaccio di droga e corruzione negli appalti pubblici.

Uno dei casi più rilevanti, descritto nella relazione, riguarda l’operazione “Atlante”, conclusa il 29 febbraio 2024 a Polla. Undici le persone raggiunte da misure cautelari per reati legati a un traffico illecito internazionale di rifiuti. Le indagini della DIA e dei Carabinieri hanno fatto luce su un sistema articolato, basato sull’utilizzo di documenti falsi e sull’intestazione fittizia di beni. Il traffico, che ha coinvolto una società con sede a Polla e un’azienda tunisina, avrebbe riguardato circa 8 mila tonnellate di rifiuti speciali, movimentate tra il 2019 e il 2020. Tra gli indagati, anche funzionari della Regione Campania. Il sequestro disposto ha interessato beni e aziende per un valore complessivo di quasi 2,8 milioni di euro.

Altro episodio di rilievo si è verificato l’11 novembre 2024 tra Sala Consilina e Potenza, dove Carabinieri e Guardia di Finanza hanno smantellato un’organizzazione criminale attiva nel traffico e nella detenzione di stupefacenti. Otto le persone colpite da misura cautelare, accusate anche di truffa, riciclaggio, corruzione e concussione. Al centro dell’indagine, un gruppo criminale radicato a Sala Consilina, che gestiva il commercio di cocaina e hashish, anche all’interno della Casa Circondariale di Potenza, dove era detenuto il capo dell’organizzazione. Il denaro proveniente dalla droga veniva reinvestito attraverso società intestate a prestanome. Le forze dell’ordine hanno inoltre scoperto una rete di truffe aggravate ai danni dell’INPS, realizzate mediante false assunzioni di detenuti, finalizzate all’ottenimento indebito di indennità. Sequestrati beni per un valore di circa 70 mila euro.

Il documento evidenzia come il Cilento rappresenti il quarto contesto territoriale della provincia di Salerno dove, attualmente, non emergerebbero presenze di organizzazioni camorristiche autoctone. Tuttavia, il territorio non è immune da infiltrazioni e attività criminali esterne.

Il 3 ottobre 2024, a Capaccio Paestum, la Guardia di Finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sei persone, tra cui amministratori locali, nell’ambito di un’inchiesta che coinvolge Franco Alfieri, accusato di turbata libertà degli incanti e corruzione. Le indagini hanno fatto emergere presunte irregolarità nell’affidamento di appalti per lavori pubblici e nell’efficientamento energetico dell’illuminazione comunale. Disposto il sequestro preventivo di circa 540 mila euro.

Sul fronte della criminalità organizzata, la relazione richiama l’attenzione su Agropoli, dove già nel 2020 erano emersi segnali di reinvestimenti illeciti da parte del clan Fabbrocino. Nel giugno 2024, un esponente di spicco del clan ha trasferito la propria residenza a Castellabate, dove sta scontando una misura di sorveglianza speciale. Il 23 ottobre 2024, la Guardia di Finanza ha eseguito un provvedimento cautelare nei confronti di un discendente del fondatore del clan, per reati di autoriciclaggio, bancarotta e violazioni fiscali legate a società con sede a Montecorvino Rovella.

Infine, un riferimento viene fatto al clan Marandino, storicamente attivo a Capaccio Paestum. Sebbene attualmente considerato non operativo, nel 2023 è tornato in libertà un ex affiliato, già destinatario nel 2018 di una confisca di beni per oltre 3 milioni di euro.

La Relazione Antimafia 2024 restituisce un quadro complesso, in cui le zone interne e costiere del Salernitano non risultano immuni da dinamiche criminali evolute, capaci di intrecciare interessi economici, frodi pubbliche e infiltrazioni mafiose, spesso con la complicità di colletti bianchi e apparati istituzionali.

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