Ascea, annunciati i vincitori della 28esima edizione del Mediterraneo Video Festival
| di Redazione
Sono stati annunciati i vincitori della 28esima edizione del Mediterraneo Video Festival. Come ogni anno, le premiazioni sono avvenute nella splendida location di Palazzo De Dominicis Ricci, Ascea (SA). I dieci film in concorso, divisi nelle categorie Lungometraggi / Feature Films competition e Cortometraggi / Short Films competition, sono stati proiettati nel corso delle 4 tappe del nostro festival itinerante nel Cilento.
Premio speciale Medfest a Gianfranco Pannone, ospite della serata conclusiva del festival, per il film Qui è altrove – Buchi nella realtà. Il film si concentra sul lavoro della Compagnia della Fortezza, guidata da Armando Punzo, e sull’impatto del teatro sulla vita dei detenuti.
Un premio speciale Medfest, consegnato nella serata di Capaccio Paestum, è andato anche ad Antonietta De Lillo per il film L’Occhio della Gallina, autoritratto cinematografico della regista, relegata ai margini dell’industria cinematografica dopo un contenzioso giudiziario legato alla distribuzione del suo film di maggior successo, che avrebbe potuto consacrarla al grande pubblico.
Infine è stato assegnato un Premio Speciale Medfest simbolico a Francesca Albanese “Per il lavoro e il suo impegno nel denunciare i crimini commessi e le violazioni di diritti umani che si consumano nel territorio di Gaza a danno della popolazione palestinese”.
Il premio al Miglior lungometraggio va al film Ova Dobra Zemlja, Vladimir Perović, Montenegro, 2024, con queste motivazioni: “Il film è un inno al felice isolamento. Un documentario poetico e intimo che restituisce una visione e una riflessione di un ritorno alla vita fatta di piccole cose semplici come riferimento opposto alla disumanizzazione”.
Ben tre menzioni speciali sono state consegnate a tre lungometraggi in concorso. La prima va ad Abele, Fabian Volti, Italia, 2025, “Perché ha saputo evocare la ricerca della vita all’origine. il film spazia dalla Sardegna alla Palestina in linea con il focus del Festival rurale mediterraneo. Una ricerca delle origini delle comunità prima dello scoppio di un conflitto. Una interessante narrazione di uomini, che riflettono il disorientamento e le contraddizioni dei tempi in un momento di crollo di valori umani e di conflitti universali”.
La seconda menzione va a Escuchame di Maria Elena Franceschini, Lisa Marchiani, Elena Magnani, Aurelio Russo, Italia, 2024. “Per il messaggio di alto valore civile che il film esprime nel raccontare come l’arte e la follia sono in grado abbattere ogni muro per raggiungere la libertà. Ulisse costruì il cavallo per entrare a Troia e distruggerla, gli ospiti dell’ospedale psichiatrico di Trieste costruirono Marco Cavallo per abbattere i muri e aprirsi al mondo”.
L’ultima menzione al lungometraggio va a Lettre à ma fille depuis le pays des femmes, Silvia Staderoli, Italia/Francia, 2024, “per aver raccontato in modo intimo e delicato il dramma che oggi affligge l’universo femminile e che ancora attende risposte adeguate alle violenze di genere che si consumano quotidianamente nella completa indifferenza”.
Per la categoria Cortometraggi, il premio al miglior film va a La Flobert’s, Francesca Ferrara e Giuseppe Carrella, Italia, 2025. “Un film-inchiesta in cui i registi affrontano una drammatica storia dando voce direttamente ai suoi protagonisti; servendosi di articoli di giornale e immagini d’archivio, compiono un importante lavoro di ricerca che non si limita a raccontare una tragedia del passato, ma si configura come una denuncia, quanto mai attuale, della condizione dei lavoratori e delle numerosi morti bianche che ancora oggi riempiono tristemente le nostre cronache. La testimonianza di come, anche dalla rabbia e dal dolore, può nascere un’energia in grado di cambiare il mondo”.
Menzione speciale al cortometraggio In acque tranquille, Giuseppe Andreatta, Italia, 2025. “La storia di Benito, che in tarda età continua a rinnovare il suo legame con il mare e con il suo lavoro grazie al rapporto con i nipoti, ci ricorda l’importanza di tramandare alle nuove generazioni non solo pratiche che altrimenti andrebbero perdute, ma anche i valori ad esse connessi, che rimandano ad un’epoca in cui il rispetto per la natura e i suoi tempi erano centrali. Il modo in cui il regista sceglie di raccontare la storia, coerentemente con questa visione, non cede alle lusinghe di una narrazione frenetica, ma lascia spazio alla contemplazione delle immagini, lasciandoci immergere nelle stesse “acque tranquille” nelle quali il protagonista, alla sua veneranda età, placidamente si lascia cullare”.
Il Mediterraneo Video Festival infine ha deciso di assegnare il Premio Palma Bucarelli per le opere audiovisive che raccontano il mondo dell’arte e dei suoi protagonisti a Il laboratorio, Pasquale Napolitano, Italia, 2024, “per il modo in cui il regista racconta, attraverso il cinema, le vicende di due figure che hanno lasciato il segno nel mondo dell’arte contemporanea. E per i protagonisti del film, che hanno messo la loro padronanza del linguaggio dell’incisione a disposizione di altri artisti, creando uno spazio accogliente per esprimere la loro creatività e diventando per loro una guida e un punto di riferimento nello sviluppo dei loro progetti”.
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