Campania, estetisti e parrucchieri chiusi: oltre 60 mila rischiano

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Campania, estetisti e parrucchieri chiusi: oltre 60 mila rischiano

Si sono presentati in trecento circa, parrucchieri, estetisti, centri estetici di Napoli e provincia davanti alla Prefettura partenopea per denunciare perdite per venti milioni e lavoro a rischio per 60.000 addetti del settore. Una protesta organizzata da Confesercenti, da Assoestetica e dal movimento “Stamm ca” e da altre sigle del settore che hanno portato in piazza anche una poltrona da parrucchiere e un registratore di cassa che è stato sfasciato simbolicamente davanti alla Prefettura per dimostrare il crack economico.

“Con questi ristori – denuncia Massimo Murolo, parrucchiere – non rientriamo assolutamente, siamo piccole attività artigianale e in questo momento al di là dei clienti le nostre perdite sono i costi fissi, tra due settimane mi cadono addosso i contributi Inps da pagare. Io finora ho avuto due ristori da 600 euro, ma nella vita normale fatturavo oltre 5000 euro al mese con cui pago l’affitto, i dipendenti, le utenze che sono un peso forte per noi. Abbiano perso due Pasque, che è la seconda festività più importante dell’anno e perderemo di nuovo le cerimonie anche quest’anno, quindi il fatturato va a picco”.

Sfiduciata anche la sua collega Maria Luisa: “Siamo alla perdita – dice – del 65% del fatturato e intanto si fa una campagna contro di noi, prima come attività di cura della persona e ci avevano dato un valore ora ci hanno sminuiti come se fossimo gli untori del coronavirus. Ma noi facciamo sanificazione da sempre, abbiamo sempre tenuto i saloni pulitissimi e attentissimi a livello sanitario. E invece questi messaggi si ripercuotono sulle clientela incutendo terrore”.

Enzo Quagliozzi, vicepresidente di “Stamm Ca”, fa il parrucchiere ad Arco Felice (Na): “Quanti titolari di negozi – si chiede – sono stati contagiati? Fateci capire dove stanno gli untori e allora noi saremmo i primi a tutelare i clienti. Io ho un negozio di 140 metri quadri, ho deciso di far entrare al massimo 5 persone, ho più di tre metri di distanza per non avere problemi. Abbiamo tutti i numeri per stare tranquilli e invece ci hanno tolto il lavoro e paghiamo le tasse senza guadagnare”.

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