18 Dicembre 2025

Cantina Lamadè, a Pisciotta il Cilento raccontato a tavola

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Cantina Lamadè, a Pisciotta il Cilento raccontato a tavola

Nel Cilento esistono luoghi che non si limitano a cucinare e a far mangiare. Raccontano. Cantina Lamadè, a Pisciotta, nasce così: non solo come ristorante nel senso classico, ma come progetto familiare e identitario. A gestirla sono Enza e Daniele, affiancati nei mesi estivi dalle figlie adolescenti, coinvolte fin dall’inizio, persino nella scelta del nome. Lamadè è infatti un acronimo che racchiude le iniziali della famiglia: un dettaglio che dice molto del resto.

Definito il primo ristorante esperienziale del Cilento, Lamadè ha un ambiente volutamente informale, quasi domestico. Qui non si viene per stupirsi, ma per capire. La cucina guarda alla tradizione cilentana più autentica, quella “povera”, fatta di pochi ingredienti e di necessità, con qualche rilettura leggera che non tradisce mai l’origine. Il menù cambia ogni sera, perché segue la disponibilità reale delle materie prime e l’umore della stagione.

La scelta più netta è etica prima ancora che gastronomica: a tavola arrivano solo prodotti e vini del territorio, privilegiando piccoli produttori, spesso giovani, quasi sempre poco conosciuti. Ogni piatto viene raccontato, spiegato, contestualizzato. Non solo cosa si mangia, ma da dove viene, chi lo produce, perché è lì. L’ospite esce con qualcosa in più di una cena: una geografia emotiva del Cilento.

Attorno alla cucina ruota un format preciso, “Vieni che ti racconto il Cilento”, che accompagna tutte le attività della cantina. Cene narrative, incontri con vignaioli, artigiani, produttori locali chiamati a parlare in prima persona del loro lavoro.

Le esperienze si allargano oltre il tavolo: cooking class anche in lingua inglese e in versione gluten free, passeggiate nel borgo medievale di Pisciotta, visite a un frantoio seicentesco, alla chiesa, ai punti panoramici. Poi si rientra in cantina, per mangiare e bere ciò che si è appena imparato a conoscere.

Cantina Lamadè funziona anche come snodo territoriale, mettendo in relazione guide, escursionisti, artigiani. Una rete spontanea, tenuta insieme da un’idea semplice: il Cilento non si consuma, si attraversa.

C’è anche uno spazio culturale. Ogni settimana musicisti, cantanti e scrittori rigorosamente cilentani trovano posto tra i tavoli. Nel vicolo di fronte nasce Spazio Lamadè, dedicato agli artigiani locali: ceramisti, pittori, scultori, scrittori, produttori.

Chi entra da Lamadè non resta cliente a lungo. Dopo una sera, due, comincia a sentirsi parte di una storia che non è sua, ma che lo accoglie. Forse è per questo che la prenotazione è consigliata: i posti sono pochi e il passaparola fa il resto, anche in bassa stagione. Lamadè è aperta tutto l’anno, ha uno shop online ed è un progetto in continuo movimento. Come il Cilento, del resto: lento, profondo, ostinatamente autentico.

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