Capitale italiana della Cultura 2026, Maratea tra le finaliste

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Capitale italiana della Cultura 2026, Maratea tra le finaliste

Maratea in viaggio verso il futuro. Il dossier di candidatura al titolo di Capitale italiana della Cultura per l’anno 2026 supera la fase di selezione da parte della commissione esaminatrice e proietta la città verso le audizioni in programma, presso il Ministero della Cultura, il 4 e 5 marzo 2024.

Lo ha annunciato il Ministero della Cultura dando conto dell’esito della selezione svolta dalla Giuria ministeriale presieduta da Davide Maria Desario.

«Un primo importante traguardo che certifica la qualità del lavoro svolto nei mesi che hanno preceduto e preparato la presentazione del dossier di candidatura. Un percorso, fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale, fatto con le persone e per le persone, provando a immaginare gli assi strategici per lo sviluppo della città di domani», dice il sindaco Daniele Stoppelli.

Una porta sul Mediterraneo che apre lo sguardo all’intera Basilicata interna, pronta ad accogliere conferimenti artistico-culturali da tutta Italia, per costruire una Capitale diffusa, partecipata, che metta la propria esperienza e il proprio patrimonio a disposizione di tutte le comunità a essa più prossime e non solo. Una rete istituzionale, accademico-intellettuale e culturale, oltre che associativa, che ha consentito la costruzione di un progetto ritenuto tra i 10 più validi di quelli candidati al titolo.

«Questo primo importante traguardo certifica la bontà dell’intuizione avuta. Maratea ha un importante patrimonio materiale e simbolico da mettere a disposizione della Basilicata, del Mezzogiorno e dell’Italia intera», continua il sindaco di Maratea, Daniele Stoppelli.

«Maratea – gli fa eco l’assessore con deleghe al turismo e all’istruzione, Valentina Trotta – deve avere il coraggio di guardare al futuro, di rinnovare la concezione di sé per dare prospettive nuove alle giovani generazioni. Scommettere sulla cultura come strumento di crescita, di sviluppo, innovazione sociale e rigenerazione urbana è fondamentale per raggiungere simili traguardi».

Il presidente del comitato per la candidatura e presidente della Fondazione “Francesco Saverio Nitti”, Stefano Rolando, ha dichiarato: «In finale va un’Italia bella, plurale, con radici e speranze. Virtualmente è come se tutte le città selezionate avessero un posto in questa rappresentazione. Ma cercheremo di mettere l’accento sul significato per l’Italia di un 2026 dominato dalle Olimpiadi e quindi Nord-Montagna, per sostenere gli argomenti dell’equilibrio di temi con il nostro programma Sud-Mare».

«Sono stati mesi di intenso lavoro nel corso dei quali ci siamo impegnati a costruire un equilibrio efficace tra le istanze raccolte dalla città e dal territorio e la necessità di costruire un’idea e un programma culturale all’altezza della sfida». Giulia D’Argenio, che ha coordinato la cabina di regia della candidatura sotto la guida scientifica di Stefano Rolando, ricorda «l’imprescindibile impegno dell’intero gruppo di coordinamento composto da Stefano Murciano, direttore del comitato di programma, Edoardo Nitti, direttore amministrativo della Fondazione Francesco Saverio Nitti, Chiara Rizzi, docente Unibas, e l’architetto e progettista Paolo Vegliante che hanno preparato il terreno della candidatura, concretizzatasi poi nel dossier finale realizzato sotto la supervisione strategica dell’agenzia Profili che ha anche coordinato le attività di comunicazione curate dall’agenzia Studio 35».

In questa scommessa fondamentale è stato l’apporto dell’Università degli Studi della Basilicata e di tutti i territori che hanno voluto sostenere Maratea, a cominciare dalla Provincia di Potenza, soggetto promotore dell’iniziativa insieme alla Fondazione Francesco Saverio Nitti, la città di Melfi, che coniuga oggi cultura e turismo con un nuovo ciclo del suo sviluppo industriale, il GAL “La cittadella del Sapere”, che con la sua rete di 27 Comuni è impegnato nella realizzazione di strategie di sviluppo locale sostenibile, e soprattutto il Comune di Moliterno la quale con il suo protagonismo all’interno del dossier, grazie al lavoro del Sindaco Antonio Rubino e della Fondazione Eni Enrico Mattei, ha rafforzato le fondamenta di una strategia progettuale fortemente orientata a una visione inedita di territorio, per la costruzione di un’area vasta fondata su una infrastruttura culturale diffusa.

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