Negli ultimi mesi il tema dei caregiver familiari – ovvero le persone che quotidianamente si prendono cura di un familiare non autosufficiente – ha ricevuto nuova attenzione da parte del legislatore italiano. Sono in corso diversi sviluppi normativi, tra disegni di legge nazionali, iniziative regionali e misure di sostegno concrete. Ecco uno sguardo aggiornato e verificato sulla situazione.
Disegno di legge nazionale: il progetto della ministra Locatelli
La ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli ha depositato il 30 ottobre 2025 un disegno di legge volto a riconoscere formalmente la figura del caregiver familiare. Nel suo intervento, Locatelli ha sottolineato che nella legge di bilancio sono state stanziate risorse ad hoc per dare concreta attuazione al riconoscimento. Secondo la ministra, il testo prevede “tutele differenziate”: non soltanto per i caregiver conviventi e “prevalenti”, ma anche per altri familiari che svolgono attività di cura.
Qualifica e diritti: cosa prevede il ddl
Uno dei disegni di legge attualmente all’esame prevede una definizione precisa del caregiver familiare. Nel testo (sul sito del Senato) si legge che è colui o colei che “in ambito domestico si prende cura e assiste gratuitamente” una persona non autosufficiente (ad esempio per malattia o disabilità). Il caregiver familiare sarà inserito nei progetti individualizzati di assistenza (PAI), in modo da integrarsi formalmente con i servizi sociali, sanitari e sociosanitari.
Il dibattito parlamentare e il tavolo tecnico
Il percorso normativo è frutto di un lavoro congiunto: la ministra Locatelli ha poi convocato un tavolo tecnico che riunisce istituzioni, associazioni del terzo settore, sindacati e familiari che ogni giorno assistono i propri cari. La riunione è stata definita dalla stessa ministra come un momento di svolta: finalmente, ha detto, “diamo una risposta a partire dal caregiver familiare convivente prevalente, ma anche agli altri componenti del nucleo di cura”.
Proposte storiche e testi preesistenti
Non è la prima volta che il Parlamento affronta la questione. Esistono diversi disegni di legge depositati negli anni passati: tra questi, il DDL n. 2128, presentato già nel 2015, che proponeva il riconoscimento formale del caregiver familiare. Un altro testo al Senato prevede, come misura fondamentale, il riconoscimento della copertura contributiva per i caregiver, con contributi figurativi (cioè non retribuiti ma riconosciuti ai fini pensionistici) e la possibilità di pensione anticipata dopo 30 anni di “lavoro di cura”.
Iniziative regionali: l’esempio della Toscana e del Lazio
Accanto al dibattito nazionale, alcune regioni stanno già legiferando in materia.
- In Toscana, con la Legge regionale 55/2025, è stato riconosciuto per la prima volta a livello regionale il ruolo del caregiver familiare. Il testo prevede la “promozione” di questa figura nel sistema sociosanitario, l’attivazione di una rete tra enti locali, associazioni e servizi, e persino un centro di ascolto dedicato.
- Nel Lazio, con la L.R. 5/2024, è definito formalmente il caregiver familiare e sono previste misure di sostegno, con uno Sportello ad hoc nei distretti sociosanitari.
- La legge regionale individua anche i giovani caregiver (tra i 16 e i 28 anni) e mette in campo strumenti per conciliare studio, lavoro e responsabilità di cura.
- Per il triennio 2024-2026, il Lazio ha stanziato 15 milioni di euro per finanziare politiche di supporto ai caregiver.
Questioni aperte e punti critici
Pur con molti progressi, la strada resta in parte odiosa: alcune associazioni (come CARER ETS) chiedono che la definizione di caregiver non sia limitata solo ai conviventi. Inoltre, il riconoscimento “formale” della figura – anche se previsto nei ddl – non garantisce ancora ovunque una tutela previdenziale piena, un salario o compensi regolari: molti caregiver lavorano gratuitamente. Infine, serve un coordinamento tra Stato e regioni: i disegni di legge nazionali devono prevedere meccanismi coerenti con le normative regionali già esistenti, pena un’applicazione disomogenea.




