17 Dicembre 2025

Carrello del Supermercato, metto un euro e mi porto la spesa a casa: commetto un reato?

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Carrello del Supermercato, metto un euro e mi porto la spesa a casa: commetto un reato?

Il commento dell’avvocato Simone Labonia ci illustra come il portare a casa un carrello del supermercato, possa configurare l’ipotesi di furto o appropriazione indebita!

Spesso non riflettiamo sufficientemente su quali possano essere i risvolti giuridici delle nostre azioni, trovandoci invischiati in situazioni che vanno ben oltre quelli che erano i nostri reali intenti.
Il gesto, all’apparenza banale, di portare a casa il carrello del supermercato dopo aver inserito l’euro per sbloccarlo può sembrare innocuo.
In realtà, la giurisprudenza qualifica la condotta come potenzialmente illecita, perché quel carrello non diventa mai proprietà del cliente: l’euro inserito è una cauzione, non un prezzo.
Il carrello resta sempre un bene del supermercato.

Dal punto di vista penale, si possono configurare due ipotesi: furto oppure appropriazione indebita, a seconda della valutazione sull’elemento del possesso e sull’animus possidendi.

Il furto (art. 624 c.p.) si realizza quando si sottrae una cosa mobile altrui sottraendola alla disponibilità del proprietario.
Il carrello, parcheggiato nell’area del supermercato, rimane nella disponibilità del gestore: rimuoverlo e condurlo altrove integra una “sottrazione”, in quanto il bene viene portato fuori dal controllo del titolare. La giurisprudenza prevalente ritiene che il prelievo del carrello con l’intento di trattenerlo stabilmente equivalga a una condotta tipica di furto.
L’euro introdotto non incide su questa qualificazione: non è un pagamento ma semplicemente una garanzia, destinata a essere restituita una volta riposizionato il mezzo.

L’ipotesi di appropriazione indebita (art. 646 c.p.) potrebbe astrattamente configurarsi quando il soggetto riceve il bene con il consenso del proprietario e successivamente se ne appropria.
Tuttavia, il cliente non “riceve” il carrello come detentore qualificato: ne ha la disponibilità solo per il tempo della spesa e con un uso rigidamente funzionale all’acquisto.
Non si tratta quindi di una consegna in senso tecnico, ma di una mera detenzione precaria, insufficiente a far scattare l’appropriazione indebita.

Per questo motivo, nella maggior parte dei casi la sottrazione del carrello integra furto semplice, salvo aggravanti qualora il bene abbia un valore significativo o la condotta sia posta in essere con particolari modalità.
È irrilevante che il carrello sia spesso abbandonato nei pressi dell’abitazione dell’autore: ciò non attenua l’offesa, poiché il supermercato subisce comunque un danno economico e organizza costi di recupero.

La vicenda, spesso banalizzata, mostra come anche condotte apparentemente minori possano avere rilievo penale. L’unico comportamento corretto, dunque, rimane riportare sempre il carrello nella sua sede: l’euro non è un prezzo di acquisto, ma un piccolo incentivo alla buona educazione.

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