Chiusura punto nascita a Sapri, Nursind: «Politica inadeguata, ora un tavolo tecnico»

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Chiusura punto nascita a Sapri, Nursind: «Politica inadeguata, ora un tavolo tecnico»

Le dichiarazioni rilasciate dagli onorevoli Del Mastro e Nuzzo sulla chiusura del Punto nascita dell’ospedale di Sapri hanno suscitato forte indignazione tra gli operatori sanitari del territorio. A esprimere con fermezza la posizione del sindacato è il Nursind di Salerno, che non risparmia critiche alle speculazioni politiche sul tema e chiede l’istituzione immediata di un tavolo tecnico permanente per affrontare la crisi della sanità cilentana.

«Ancora una volta la politica ha perso l’occasione per tacere – dichiara con amarezza Biagio Tomasco, segretario generale del Nursind Salerno – Si strumentalizza una vicenda che colpisce nel vivo non solo un presidio ospedaliero, ma un intero comprensorio e la sua popolazione. È inaccettabile.»

Il sindacato ricorda che la chiusura del punto nascita di Sapri è il risultato di un lungo processo normativo e amministrativo iniziato nel 2010 con il Decreto 49, varato sotto la presidenza regionale di Stefano Caldoro, e proseguito con il Decreto Balduzzi del 2012, che ha introdotto limiti rigidi per la sopravvivenza dei reparti nascita con meno di 500 parti l’anno.

«Nel 2024 a Sapri si sono registrati appena 191 parti – spiega Adriano Cirillo, segretario amministrativo del Nursind provinciale – e il Ministero non ha fatto altro che applicare norme che già dieci anni fa erano note a tutti. Quello che ci chiediamo è: perché, dopo la bocciatura della richiesta di deroga del 2019, non ne è stata presentata un’altra? Perché si è lasciato che tutto precipitasse?»

Il Nursind sottolinea l’assenza di una visione politica di lungo periodo per contrastare il calo demografico e lo spopolamento dell’area cilentana, come denunciato anche nell’ultimo rapporto Svimez 2024.

«I figli li fanno i giovani, e i giovani sono andati via – afferma Tomasco – È la mancanza di programmazione, di opportunità, di servizi essenziali a spingere le nuove generazioni lontano da queste terre. E senza giovani, non c’è futuro.»

Il sindacato esprime inoltre forte preoccupazione per le recenti linee del nuovo Piano strategico nazionale delle aree interne (P-Snai), approvato dal Governo Meloni nel 2025, che sembra accettare il declino delle aree fragili come una condizione inevitabile.

«Un piano che accompagna al declino è un fallimento annunciato – denuncia Cirillo – Le aree interne non hanno bisogno di rassegnazione, ma di investimenti concreti, strumenti fiscali agevolati, fondi certi per la spesa locale e contratti dedicati per attrarre medici e docenti.»

Infine, Nursind Salerno lancia una proposta concreta alle istituzioni: «Non è più il tempo di scaricare colpe, ma di cercare soluzioni – conclude Tomasco – Chiediamo con forza l’istituzione di un tavolo tecnico con tutte le rappresentanze sociali, politiche e sindacali, per costruire insieme una proposta seria e condivisa per salvare la sanità nel Cilento e nel Vallo di Diano.»

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