Cilento, Cammarano sul Cammino di San Nilo: «E’ modello di rigenerazione territoriale»

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Cilento, Cammarano sul Cammino di San Nilo: «E’ modello di rigenerazione territoriale»

C’è un aspetto della politica che si misura nelle aule consiliari, tra emendamenti, voti e comunicati. E poi ce n’è uno che si fa toccando da vicino i territori. Ieri Michele Cammarano, presidente della Commissione Aree Interne del Consiglio regionale della Campania, ha scelto il secondo metodo: zaino in spalla, terza tappa del Cammino di San Nilo, da Casaletto Spartano a Tortorella, poi tappa a Morigerati per ascoltare, osservare, toccare con mano. Ma soprattutto, per lanciare un messaggio: «Le aree interne non sono margini. Sono centri vivi, potenti, e vanno messi al centro delle politiche regionali».

La cornice è quella del Basso Cilento. Un territorio fatto di valli, sorgenti, borghi tenaci e bellezza resistente. L’Oasi Capelli di Venere, la Forra di Tortorella, la risorgenza del Bussento nell’oasi WWf Grotte del Bussento: luoghi che parlano da sé. Eppure, luoghi che hanno ancora bisogno di voce.

Cammarano ha camminato affiancato da chi quei territori li vive e li difende ogni giorno: l’ideatore del cammino Settimio Rienzo, il naturalista Arnaldo Iudici, le guide Carlo e Renato Palumbo, l’imprenditore turistico Aldo Olivieri. Ha incontrato i sindaci Concetta Amato di Casaletto Spartano, Nicola Tancredi di Tortorella e Guido Florenzano di Morigerati.

Alla partenza, anche l’esperta di incoming Mafalda Inglese e l’ideatrice della Via Silente Simona Ridolfi. E all’arrivo il responsabile dell’Ecomuseo del Bussento Contemporaneo di Morigerati Liviano Mariella.

«Il Cammino di San Nilo è un modello di rigenerazione territoriale. Unisce spiritualità, sostenibilità, comunità e sviluppo locale. In questi luoghi si cammina dentro la storia e si incontra il futuro. Le comunità che resistono allo spopolamento non lo fanno per miracolo, ma grazie alla forza dell’identità e dell’accoglienza. Come Consiglio regionale, abbiamo il dovere di dare visibilità, risorse e dignità a tutto questo».

I cammini non risolvono tutto, ma indicano direzioni. E il messaggio uscito ieri dal cuore del Cilento, più che un’idea, è un avvertimento alla politica: se non torni a guardare dove nasce la bellezza, rischi di perdere tutto il resto.

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