Fra smart glasses e sintesi vocale, l’accessibilità degli spettacoli dal vivo è pronta per fare un balzo in avanti, ma occorre ancora lavorare a livello normativo: è quanto emerso dal convegno “Accessibilità audiovisiva agli spettacoli dal vivo”, organizzato da Puntosrt e dall’Università UNINT con il patrocinio di ENS e UICI e che si è svolto il 10 dicembre, Giornata Mondiale dei Diritti Umani, nell’aula magna dell’Università.
L’accesso alla cultura è infatti considerato come un diritto inalienabile dell’uomo e come tale va garantito: durante la mattinata gli interventi che si sono alternati sul tema hanno portato ognuno un pezzo di questa importante corsa al riconoscimento e all’inclusione.
A moderare l’incontro Antonio Falduto, Direttore del Master TeA dell’Università UNINT. Fra i relatori l’organizzatore Stefano Raimondi, Direttore Generale Puntosrt srl; Antonio Parente, Direttore Generale Spettacolo del Ministero della Cultura; Maria Chiara Andriello, Responsabile Accessibilità di RAI Pubblica Utilità; Luca Aversano, Direttore DAMS Roma Tre, Stefania Laura, coordinatrice accessibilità Teatro La Scala e Gabriella Alesi, Responsabile dell’area Teatro dell’ENS Roma.
Nell’intervento dell’organizzatore Stefano Raimondi è emersa l’importanza di linee guida condivise per la gestione degli strumenti di accessibilità per gli spettacoli dal vivo, che al momento non esistono: il risultato è un’offerta di accessibilità “altalenante” e poco continuativa lungo tutta la Penisola. “E’ come per le rampe al supermercato – ha spiegato Raimondi – la loro presenza non cambia in base al numero dei disabili che le utilizzano. Stessa cosa dovrebbe accadere al cinema e al teatro”. Anche perchè gli strumenti esistono: gli smart glasses permettono di leggere il sottotitolo senza spostarsi o guardare altri device, gli strumenti di sintesi vocale di abbattere i costi per la gestione delle audiodescrizioni.
Significativa l’esperienza portata da Maria Chiara Andriello, Responsabile Accessibilità Rai: l’azienda televisiva concessionaria del Servizio Pubblico ha infatti raggiunto una expertise di alto livello nell’ambito dell’accessibilità dei prodotti culturali e Andriello ha sottolineato come questo dipenda dall’apporto di professionalità esperte, dall’utilizzo consapevole delle tecnologie più avanzate e dal coinvolgimento dell’utente finale, con le sue esigenze e i suoi bisogni. Gli esempi dell’audiodescrizione della Prima alla Scala e del Festival di Sanremo, di cui sono state proiettati alcuni momenti, hanno ben sintetizzato la difficoltà tecnica e l’ottimo livello raggiunto, che rende un servizio non solo a chi ha un deficit sensoriale, ma a tutti gli spettatori.
Stefania Laura, coordinatrice accessibilità Teatro La Scala, ha portato nei lavori del convegno il grande lavoro realizzato dal Teatro, ricordando come tutto questo sia avvenuto in pochi anni e come sia stato determinante studiare l’approccio all’accessibilità negli altri teatri del mondo.
Tanto c’è già, molto c’è ancora da fare: il Ministero della Cultura, come evidenziato dal Direttore Generale dello Spettacolo Antonio Parente, ha già inserito l’accessibilità come conditio sine qua non per ottenere i fondi statali per lo spettacolo, mentre per il 2026 è previsto, tra gli altri, un fondo da 25 milioni di euro dedicato all’ammodernamento, la ristrutturazione e il superamento delle barriere all’interno dei luoghi dello spettacolo.
I lavori del convegno sono poi continuati nel pomeriggio, con i due workshop dedicati all’accessibilità teatrale: “Audiodescrizione a Teatro”, a cura di Stefania Laura e “Sottotitoli a Teatro”, a cura di Stefano Raimondi. Durante questi due momenti pratici ci si è confrontati con l’oggettiva difficoltà di “rendere” in forma scritta quanto accade in tempo reale di fronte allo spettatore, per far sì che l’esperienza non venga semplificata ma amplificata. Un confronto che ha evidenziato come sia necessaria una formazione puntuale sul tema per tutti gli operatori.


