Si chiude in via definitiva la vicenda giudiziaria che vede coinvolto Vincenzo De Luca, ex presidente della Regione Campania. La Corte di Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’ex governatore, rendendo definitiva la condanna al pagamento di 100mila euro per danno erariale, così come già stabilito dalle precedenti sentenze della Corte dei Conti.
La sanzione è legata al riconoscimento di una speciale indennità economica a favore di alcuni agenti della Polizia Municipale di Salerno, chiamati a svolgere servizio presso la Regione Campania e pagati come se fossero dirigenti. Un’erogazione ritenuta illegittima dai giudici contabili, che hanno quantificato il danno alle casse pubbliche nella somma ora dovuta all’Erario.
Con la pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione, la partita giudiziaria si chiude senza ulteriori margini di impugnazione. Nel ricorso, De Luca non aveva contestato il merito della decisione, ma la regolarità del collegio giudicante della Corte dei Conti in appello, sostenendo una presunta incompatibilità del presidente della sezione, all’epoca consulente giuridico del Ministero della Salute. Secondo la difesa, tale incarico avrebbe violato i principi di imparzialità e di giusto processo.
Una tesi respinta dalla Suprema Corte, che ha escluso qualsiasi vizio procedurale, chiarendo come l’incarico fosse regolarmente autorizzato dagli organi competenti e compatibile con l’esercizio delle funzioni giurisdizionali. Nessun difetto di giurisdizione, dunque, né irregolare composizione del collegio.
Ora per De Luca il pagamento dei 100mila euro diventa un passaggio obbligato non solo sul piano giudiziario, ma anche politico. L’eventuale permanenza di un debito nei confronti dello Stato potrebbe infatti esporlo al rischio di una dichiarazione di ineleggibilità, precludendogli la partecipazione a future competizioni elettorali.


