Equinozio d’Autunno 2025: Giancane, La Rappresentante di Lista, Coma Cose, De Piscopo e Ruggeri accendono San Giovanni a Piro
| di Marianna Vallone
Entra nel vivo anche quest’anno l’atteso appuntamento di Equinozio d’Autunno 2025, il festival introdotto il 19 luglio a Scario con l’anteprima che ha visto protagonisti The original Blues Brothers Band, autentica icona del soul e del rhythm and blues mondiale.
Dal 10 al 14 settembre, grandi nomi della scena musicale italiana e internazionale animeranno le serate di San Giovanni a Piro e le frazioni Bosco e Scario con concerti ed eventi unici. Si parte mercoledì 10 settembre a Bosco con una serata dedicata al Premio Ortega con il live di Giancane, cantautore ed ex chitarrista del Muro del Canto che presenta il tour “Estate magggica” dal titolo del recente singolo.
Giovedì 11 settembre a Scario sale sul palco La rappresentante di lista, una delle band più innovative del panorama italiano che presenta il disco “Giorni felici”. Venerdì 12 settembre a Scario arrivano i Coma Cose, duo rivelazione della nuova scena pop, con la hit “Cuoricini”, elogio delle contraddizioni social in chiave ironica.
Sabato 13 settembre a Bosco il grande jazz e fusion con Tullio De Piscopo. E domenica 14 settembre e San Giovanni a Piro chiusura in grande stile con Enrico Ruggeri, cantautore tra i più amati dal pubblico italiano, che torna a San Giovanni a Piro dopo 33 anni dallo storico concerto del maggio 1992.
Il festival, promosso dal Comune di San Giovanni a Piro con il sostegno della Regione Campania, rappresenta da anni un punto di riferimento per la valorizzazione culturale e turistica del territorio.
«Il tema di questa edizione è un imperativo esistenziale, culturale e sociale, un invito a rendersi conto che il prodigio del nostro stare al mondo non può assolutamente rimanere un fatto insensato, ma necessita di una definizione, di un approfondimento e di un completamento, che consiste nel raggiungere l’altro, con una presenza amica rassicurante. Forse la musica, più di altre voci, ha il potere di trasmetterci questa urgenza, senza riserve. La cura è un’energia che salva», ha dichiarato il direttore artistico del Festival, Don Gianni Citro.
«Dopo 20 anni rimane immutata la radice emozionale da cui trae origine il festival. Il mondo svelato dagli occhi di José Ortega dopo aver sperimentato le barbarie della sopraffazione. Oggi più di allora. La musica, la cultura, la ricerca restano le ultime ancore di salvataggio di una umanità impazzita. L’umanità degli impotenti della terra. Il coraggio delle comunità locali che si ribellano pacificamente è quasi implorano conforto alle note musicali», conclude il vicesindaco e assessore Cultura e Turismo Pasquale Sorrentino.
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