Il Cilento punta al miele DOP: a Roccagloriosa l’assemblea dei sindaci per il riconoscimento europeo
| di Marianna Vallone
Una denominazione per riconoscere non solo un prodotto, ma un intero territorio. Venerdì scorso si è tenuta nella sala consiliare del Comune di Roccagloriosa l’assemblea dei sindaci e degli amministratori del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Al centro dell’incontro: il cammino del Comitato promotore per il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP) per il miele prodotto all’interno del Parco.
Un progetto nato ufficialmente ad aprile, con la costituzione del comitato presieduto da Guglielmo Balbi, imprenditore agricolo noto per l’esperienza maturata nella filiera del Carciofo Bianco del Tanagro. Il comitato ha sede a Roccagloriosa e resterà attivo fino all’ottenimento del riconoscimento ufficiale da parte dell’Unione Europea e alla successiva nascita di un consorzio di tutela.
All’assemblea – aperta dai saluti del sindaco Roberto Cavalieri – sono intervenuti numerosi rappresentanti istituzionali: tra questi, il presidente del Parco Giuseppe Coccorullo, il presidente della Comunità del Parco Stefano Sansone, il presidente della Comunità Montana Bussento-Lambro-Mingardo Vincenzo Speranza e l’on. Attilio Pierro, membro della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
Tutti hanno espresso sostegno all’iniziativa, considerata strategica per valorizzare un prodotto identitario e al contempo proteggere un’attività fondamentale per la biodiversità dell’area: l’apicoltura. Numerosi i sindaci presenti in platea.
Il Parco del Cilento ospita oltre 4.700 arnie, distribuite su una superficie di 191mila ettari di area protetta, all’interno di 95 comuni. La varietà della flora mellifera, unita a tecniche di produzione ancora legate alla tradizione, rappresenta un patrimonio che oggi cerca riconoscimento sul piano europeo.
Il comitato è già al lavoro. Dopo il vaglio regionale si dovrà arrivare al Ministero dell’Agricoltura, dopo di che sarà la Commissione Europea a decidere sull’eventuale riconoscimento della DOP. A supportare il percorso anche l’Università di Salerno, coinvolta per la mappatura scientifica dei pascoli melliferi.
«Abbiamo riunito una comunità di apicoltori veri, con anni di esperienza sul campo – ha spiegato Balbi – ma anche tanti hobbisti che oggi entrano in questo progetto con entusiasmo. Dopo il riconoscimento, servirà un salto di qualità, anche per loro: la DOP sarà un’opportunità, ma anche una responsabilità».
Dal palco, il presidente del Parco Coccorullo ha ribadito la linea dell’Ente: «Non possiamo competere con la grande distribuzione. Ma possiamo vincere con la qualità.».
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