28 Ottobre 2025

Il genio di Marie Curie a Morigerati: il monologo con Valeria De Venezia incanta il pubblico

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Il genio di Marie Curie a Morigerati: il monologo con Valeria De Venezia incanta il pubblico

C’è chi pensa che la scienza sia fredda e distante. E poi c’è chi, come Vittoria Piancastelli, ha saputo raccontarla come storia di uomini e donne, di fatica, curiosità e coraggio. Morigerati ha ospitato il 25 ottobre il monologo “Vita di Marie Curie”, portato in scena da Valeria De Venezia e diretto da Bruno Cariello.

L’iniziativa, organizzata dalla parrocchia di Morigerati, guidata da don Antonino Savino, ha avuto il merito di portare nel piccolo paese un momento di alta cultura e profonda umanità.

Sul palco, l’attrice è sola. Niente fronzoli, nessuna distrazione: la protagonista è Marie Curie, nella sua intelligenza e nella sua determinazione. La storia scorre limpida, senza artifici, dalle prime scoperte nei laboratori parigini ai riconoscimenti internazionali, fino ai momenti di dolore.

Il testo di Vittoria Piancastelli illumina la grandezza umana e scientifica di Curie senza mai indulgere nella retorica. È la vita stessa a parlare: la meraviglia per i fenomeni naturali, la tenacia davanti alle difficoltà, la curiosità che non conosce sosta. Tutto è stato pensato per rendere accessibile al pubblico il fascino della scienza e la forza interiore della donna che l’ha fatta grande.

E’ stata la prima ad essere insignita del Premio Nobel: ne otterrà due, nel 1903 per la fisica e nel 1911 per la chimica per la scoperta di due elementi, il polonio – chiamato così in onore al Paese natio – e il radio. Maria Skłodowska Curie, classe 1867, polacca di Varsavia, è tuttora considerata l’eroina dell’emancipazione femminile, della tenacia, del genio applicato alla ricerca

La regia valorizza questa narrazione. Cariello non cerca effetti scenici spettacolari: lascia che la vita di Marie Curie occupi lo spazio, che il suo coraggio e la sua dedizione riempiano il palco. L’attrice Valeria de Venezia diventa voce e corpo, interprete di una storia universale, e il pubblico segue, rapito, ogni passo, ogni scoperta, ogni sconfitta trasformata in lezione di resistenza e meraviglia.

La forza dello spettacolo sta nella sua essenzialità. Sul palco non c’è nulla di superfluo: una lavagna con formule chimiche scritte a mano, frammenti di radio e l’attrice, sola, che diventa Marie Curie, narratrice della propria esistenza.

E quando lo spettacolo è giunto al termine, è sceso un silenzio denso, quasi sacro. Gli sguardi restavano fissi sul palco, dove la luce tenue di una candela continuava a brillare accanto alla lavagna, come se Marie Curie fosse ancora lì, a vegliare sui suoi esperimenti e sui suoi sogni.

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