6 Dicembre 2025

Intelligenza animale: quali specie sono davvero “geniali”

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Intelligenza animale: quali specie sono davvero “geniali”

Cognizione animale: che cosa significa “intelligenza” negli animali

Quando pensiamo all’intelligenza, spesso abbiamo in mente capacità umane — linguaggio complesso, ragionamento astratto, pianificazione a lungo termine. Ma negli animali l’intelligenza prende forme diverse, modellate dall’evoluzione e dall’ambiente. Per gli scienziati, un comportamento può essere considerato “intelligente” se dimostra:

  • capacità di risolvere problemi nuovi, non solo risposte istintive. 
  • uso di strumenti o manipolazione dell’ambiente per ottenere vantaggi (cibo, rifugi, difesa). 
  • apprendimento sociale, memoria, comunicazione complessa, cooperazione tra individui. 
  • flessibilità comportamentale, cioè la capacità di adattarsi a situazioni variabili — un segno che l’intelligenza non è solo istinto. 

In realtà, non esiste un “quoziente d’intelligenza universale” per confrontare umani e animali: ogni specie si è evoluta sviluppando abilità adatte al suo habitat, alla sua nicchia ecologica, alle sue esigenze sociali. 

Alcune specie “top” — e le loro straordinarie capacità cognitive

Scimpanzé

 e altri grandi primati

  • Lo scimpanzé è da lungo tempo considerato tra gli animali più “intelligenti” dopo l’uomo. È capace di usare strumenti — per esempio bastoncini per estrarre termiti, o pietre per rompere noci. 
  • In cattività, alcuni esemplari hanno imparato la lingua dei segni o altri sistemi di comunicazione con l’uomo, dimostrando abilità di apprendimento, memoria e uso simbolico. 
  • Mostrano anche comportamenti complessi e sociali: cooperazione, trasmissione di conoscenze, capacità di insegnare ad altri membri del gruppo. 

Delfino tursiope

  • I delfini sono spesso considerati tra i mammiferi più intelligenti: possiedono un cervello molto sviluppato e mostrano autocoscienza (in alcuni esperimenti si riconoscono allo specchio). 
  • Hanno complesse strutture sociali, comunicano tra loro con suoni molto vari e cooperano nella caccia e nella cura dei cuccioli. 
  • I delfini possono anche inventare “giochi”, mostrare curiosità, sperimentare e mantenere relazioni a lungo termine, segni di un’intelligenza sociale e affettiva notevole. 

Corvo e altri corvidi

  • I corvidi — come corvi, corvi reali, gazze — sono tra i più intelligenti uccelli. Alcune specie di corvo hanno dimostrato capacità di uso e costruzione di strumenti, comprensione di catene causa‑effetto, memoria sofisticata. 
  • In alcuni casi, questi uccelli sanno risolvere problemi complessi, ricordare volti umani, adattarsi a nuovi ambienti — comportamenti che al mondo animale risultano eccezionali. 

Polpo comune (e altri cefalopodi)

  • Il polpo è probabilmente uno degli animali più “alieni” e al tempo stesso cognitivamente sorprendenti: è capace di risolvere problemi complessi, ricordare percorsi, manipolare oggetti, usare rifugi (come conchiglie o gusci) per difesa — segni di notevole intelligenza pratica. 
  • In esperimenti di laboratorio, alcuni polpi sono riusciti a aprire barattoli per ottenere cibo, un’indicazione chiara di comprensione di causa‑effetto e apprendimento. 
  • Questo tipo di intelligenza — flessibile, individuale, istintiva ma anche “ragionata” — dimostra che non servono grandi cervelli simili al nostro per essere “geniali”: spesso la sopravvivenza e l’adattamento premiano capacità cognitive differenti dalle nostre. 

Altri esempi notevoli: elefanti, maiali, alcuni uccelli domestici e selvatici

  • Gli elefanti mostrano memoria eccellente, empatia, legami sociali forti, comportamento cooperativo e – in alcuni casi – uso di strumenti. 
  • I maiali, spesso sottovalutati, possono imparare rapidamente, riconoscere simboli, memorizzare percorsi e sviluppare legami sociali complessi. 
  • Tra animali domestici e selvatici, ci sono inoltre specie che mostrano intelligenza sociale, capacità di apprendimento, adattamento e cooperazione anche in ambienti modificati dall’uomo. 

Perché non ha senso fare una “classifica assoluta” — e cosa significa davvero “genialità” animale

Per quanto seducente, l’idea di stabilire “chi è più intelligente” tra le specie è problematica. Ecco perché:

  • Ogni specie si è evoluta per adattarsi a condizioni ecologiche e sociali diverse: ciò che per un animale è un’intelligenza “utile”, per un altro non avrebbe senso. 
  • Le modalità con cui si manifesta l’intelligenza sono molteplici: memoria, risoluzione di problemi, cooperazione, uso di strumenti, comunicazione, empatia — e non sempre sono paragonabili. 
  • I test scientifici che usiamo per misurare abilità cognitive spesso riflettono criteri “umani”: ciò significa che possiamo sottovalutare intelligenze molto diverse dalla nostra, ma perfettamente adatte ad altri contesti. 

In pratica: l’intelligenza animale è un “arcipelago” di tipi diversi, non un’unica montagna da scalare. Comparare gli animali secondo un’unica metrica è fuorviante. 

Che cosa ci insegna tutto questo — e perché conta

  • Capire l’intelligenza animale ci aiuta a riconoscere che molte specie non sono “macchine biologiche”, ma esseri capaci di pensare, provare emozioni, adattarsi, soffrire, cooperare: questo ha implicazioni etiche e morali per il loro rispetto e tutela.
  • Studiare la cognizione animale apre finestre su come l’evoluzione risolve problemi di sopravvivenza, cooperazione, comunicazione: possiamo imparare molto da soluzioni diverse da quella umana.
  • Riconoscere intelligenze diverse — non “umane” ma perfettamente funzionali a un’altra vita — ci invita ad abbattere la presunzione antropocentrica: non siamo gli unici “geni” della Terra.

Conclusione: “genialità” non significa essere come noi

Se cerchi un singolo “animale più intelligente”, non c’è risposta definitiva: ma quello che emerge chiaramente è che molte specie meritano la nostra ammirazione — non perché assomiglino a noi, ma perché hanno sviluppato intelligenze sorprendenti, adatte alle loro vite.

Gli scimpanzé usano strumenti, i delfini parlano in “lingue” complesse, i corvidi costruiscono “attrezzi”, i polpi risolvono problemi da re e, magari, i maiali ci sorprendono per plasticità e memoria.

Forse, più che chiedere “chi è il più bravo?”, dovremmo domandarci: quale tipo di intelligenza ci stupisce di più — perché è più simile a noi, o perché è profondamente diversa? E imparare a rispettarla.

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