25 Novembre 2025

La “casa nel bosco” e il caso della famiglia isolata: cosa prevede la legge italiana per scuola, minori e obblighi educativi

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La “casa nel bosco” e il caso della famiglia isolata: cosa prevede la legge italiana per scuola, minori e obblighi educativi

Questo articolo non vuole schierarsi né da una parte né dall’altra. Non è un commento sulla scelta di vita della famiglia né un processo alle intenzioni. L’obiettivo è uno soltanto: chiarire, in modo oggettivo, cosa prevede l’ordinamento italiano quando si parla di bambini, scuola e tutela dei minori, al di là di qualsiasi polemica.

La vicenda della casa nel bosco, emersa negli ultimi giorni e diventata rapidamente un caso mediatico, ha acceso il dibattito su un tema delicatissimo: quali sono i limiti e i doveri stabiliti dalla legge quando una famiglia sceglie di vivere in isolamento e i bambini non frequentano una scuola tradizionale?

Al netto delle emozioni e delle interpretazioni, la normativa italiana è chiara. E riguarda ogni minore, indipendentemente da dove viva o dallo stile di vita dei genitori.

OBBLIGO SCOLASTICO: IN ITALIA NON È FACOLTATIVO

L’articolo 34 della Costituzione afferma che “la scuola è aperta a tutti” e introduce la gratuità dell’istruzione obbligatoria per almeno otto anni.

Oggi, secondo quanto stabilito dalla legge n. 296/2006, l’obbligo scolastico dura fino ai 16 anni.

Ciò significa che:

  • ogni bambino dai 6 ai 16 anni deve essere iscritto a un percorso educativo riconosciuto dallo Stato
  • i genitori sono i primi responsabili dell’adempimento dell’obbligo
  • l’evitamento sistematico della scuola può configurare illecito amministrativo e, nei casi più gravi, anche responsabilità penale

È POSSIBILE L’ISTRUZIONE PARENTALE, MA CON CONTROLLI

Molti credono che vivere isolati o in zone remote consentirebbe di evitare la scuola. Non è così.

In Italia esiste la possibilità del homeschooling (istruzione parentale), ma è regolata da precise condizioni:

  1. I genitori devono comunicare annualmente l’intenzione alla scuola del territorio.
  2. Devono dimostrare di possedere le competenze tecniche ed economiche per garantire un’educazione adeguata.
  3. Ogni anno i bambini devono sostenere un esame di idoneità presso una scuola statale o paritaria.

Se questi requisiti non sono soddisfatti, l’istruzione parentale non è valida e scattano le sanzioni.

VITA ISOLATA: LE SCELTE PRIVATE TERMINANO DOVE INIZIA LA TUTELA DEL MINORE

La legge non vieta di vivere in zone remote, in case isolate, in boschi o in comunità alternative.

Tuttavia, quando ci sono minori, entrano in campo:

  • la tutela della salute (art. 32 Cost.)
  • la tutela dell’istruzione (art. 34 Cost.)
  • la responsabilità genitoriale (art. 316 c.c.)

Le autorità possono intervenire quando l’ambiente di vita:

  • compromette la sicurezza del minore
  • ostacola l’accesso alla scuola
  • limita cure, igiene o condizioni dignitose di vita
  • impedisce lo sviluppo psico-sociale

Non serve un reato: basta una condizione di rischio per attivare i servizi sociali, che possono proporre dal semplice supporto fino ai provvedimenti del Tribunale per i Minorenni.

I CONTROLLI PREVISTI

In caso di sospetto inadempimento dell’obbligo scolastico, la procedura prevede:

  1. Segnalazione da parte della scuola o di chiunque venga a conoscenza della situazione.
  2. Convocazione dei genitori da parte del Comune.
  3. In caso di mancato adempimento, sanzione amministrativa da 30 a 300 euro (art. 731 c.p.).
  4. Se la condotta è grave e persistente, possono intervenire Procura minorile e servizi sociali, fino alla limitazione della responsabilità genitoriale.

La vicenda della casa nel bosco ha alimentato dibattiti e interpretazioni emotive, ma la legge italiana è già molto chiara: i genitori possono scegliere uno stile di vita alternativo; non possono sottrarre i figli all’istruzione e ai controlli pubblici; il diritto del minore alla salute, alla socialità e all’educazione prevale sempre su qualunque scelta individuale degli adulti.

L’Italia non punisce la libertà di vivere “fuori dal mondo”, ma vigila — e deve vigilare — affinché nessun bambino cresca fuori dai suoi diritti.

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