Nel mondo della ristorazione si sta facendo strada una pratica sempre più frequente: il ristoratore che chiede i dati della carta di credito al momento della prenotazione o addirittura un acconto/una caparra legata alla prenotazione stessa, come garanzia in caso di mancata presentazione del cliente.
Se il comportamento e’ lecito, ce lo spiega l’avvocato Simone Labonia.
Il problema del no-show, cioè dell’ospite che prenota e non si presenta senza avvisare, è particolarmente sentito. Di fronte a questo rischio, molti ristoratori scelgono di richiedere i dati della carta a garanzia oppure di prevedere una penale o un acconto, in modo da tutelarsi dagli imprevisti.
In Italia non esiste una norma specifica che vieti la richiesta della carta di credito alla prenotazione di un tavolo: tuttavia, ci sono alcune condizioni fondamentali affinché la richiesta sia pienamente legittima:
Il ristoratore deve informare in modo chiaro il cliente, al momento della prenotazione, delle condizioni: che si tratta di garanzia, che tipo di penale potrà applicare in caso di no-show o disdetta tardiva, entro quale termine avvisare per evitare penale.
L’importo della penale o della caparra deve essere proporzionato alla perdita che il ristoratore può subire, non deve risultare una sorta di “multa” sproporzionata rispetto al danno effettivo.
Il cliente deve avere la possibilità di accettare o meno le condizioni, ovvero deve trattarsi di un accordo preventivo, non può essere scoperto solo al momento del pasto.
In caso di trattamento dei dati della carta è necessario rispettare la normativa sulla protezione dei dati (privacy e sicurezza).
Nel momento in cui si prenota una cena, si pone in essere un vero e proprio “negozio giuridico”, che come tale puo’ contemplare una procedura specifica, a garanzia delle parti contraenti.
In un contesto sempre più competitivo ed oberato da costi in crescita (personale, materie prime, sprechi), molti ristoratori vedono in questa misura uno strumento utile di tutela. Tuttavia, l’equilibrio tra tutela del locale e soddisfazione del cliente resta cruciale: una politica troppo rigida può trasformarsi in un deterrente per l’attivita’ turistica!


