3 Novembre 2025

L’Italia ha la sua prima legge sull’intelligenza artificiale

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L’Italia ha la sua prima legge sull’intelligenza artificiale

Dopo mesi di confronti tecnici e dibattiti parlamentari, il 10 ottobre 2025 è entrata ufficialmente in vigore la Legge n. 132/2025, il primo testo normativo italiano interamente dedicato all’intelligenza artificiale. Un provvedimento che segna una svolta storica nel rapporto tra innovazione tecnologica e tutela dei diritti fondamentali.

La legge, approvata definitivamente il 23 settembre e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 2 ottobre, si propone di armonizzare la disciplina nazionale con il Regolamento europeo sull’IA (AI Act, Reg. UE 2024/1689), introducendo però specificità italiane su settori sensibili come sanità, pubblica amministrazione, lavoro, giustizia e sicurezza.

Diritti, trasparenza e responsabilità

Il cuore del provvedimento è la definizione di principi generali: l’uso dell’intelligenza artificiale deve rispettare dignità umana, libertà, non discriminazione, proporzionalità e trasparenza.

Ogni sistema di IA dovrà garantire la tracciabilità delle decisioni automatizzate, in modo che sia sempre possibile identificare chi ha programmato o utilizzato l’algoritmo.

Sul fronte penale, viene introdotto il nuovo articolo 612-quater del Codice penale, che punisce la diffusione di contenuti “deepfake” senza consenso, quando ne derivi danno alla reputazione o alla vita privata della persona rappresentata. È la prima norma in Italia che affronta esplicitamente i rischi legati alla manipolazione digitale delle immagini e dei video.

Creatività e diritto d’autore

Un altro passaggio innovativo riguarda la tutela delle opere generate con l’aiuto dell’IA. La legge chiarisce che l’autore resta una persona fisica: l’opera è protetta se è frutto del suo “lavoro intellettuale originale”, anche se ha impiegato strumenti di IA generativa.

Al contrario, un testo, un’immagine o una musica prodotta in modo completamente autonomo da una macchina non potrà beneficiare della protezione del diritto d’autore.

Decreti attuativi e nuovi organismi di controllo

La legge non chiude il percorso normativo: affida al Governo una delega di dodici mesi per emanare i decreti legislativi che definiranno aspetti tecnici come:

i criteri di responsabilità civile e penale per danni causati da sistemi autonomi; la creazione di un registro nazionale dei sistemi di IA ad alto rischio; le modalità di vigilanza e sanzione in caso di violazioni.

È inoltre prevista l’istituzione di un Comitato nazionale per l’Intelligenza Artificiale, con funzioni di indirizzo e consulenza per i ministeri competenti, e un sistema di certificazione etica e di sicurezza per le imprese che sviluppano modelli di IA.

Le reazioni: tra entusiasmo e cautela

Il mondo accademico e imprenditoriale ha accolto la legge come un passo necessario per dare certezza giuridica a un settore in rapida espansione.

Tuttavia, non mancano le critiche. Secondo alcuni esperti, come riportato da Risk & Compliance Italia e Technology’s Legal Edge, le norme sono “un quadro generale ancora da riempire”, con il rischio di creare incertezze applicative in attesa dei decreti attuativi.

Sul fronte europeo, Bruxelles ha salutato positivamente la coerenza con l’AI Act, pur sottolineando l’importanza di evitare “barriere normative nazionali” che possano frammentare il mercato digitale.

Un passaggio storico

Con la Legge 132/2025, l’Italia entra ufficialmente nell’era della regolazione dell’intelligenza artificiale: un tentativo ambizioso di bilanciare innovazione e diritti, opportunità e responsabilità.

Molto, tuttavia, dipenderà da come il Governo saprà tradurre i principi in norme operative — e da quanto le imprese e le istituzioni pubbliche sapranno adattarsi a un futuro sempre più intelligente, ma anche più regolato.

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