Il 2025 si chiude con un monito chiaro: numerosi mammiferi in tutto il mondo continuano a essere a rischio estinzione. Dalle grandi specie iconiche come tigri, elefanti e rinoceronti, fino a piccoli ungulati e roditori, il bilancio della conservazione è ancora preoccupante.
Secondo l’IUCN, quasi un mammifero su quattro è attualmente classificato come vulnerabile, in pericolo o in pericolo critico. Tra le cause principali della loro minaccia ci sono la perdita di habitat, il bracconaggio, l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Anche specie che vivono vicino agli insediamenti umani possono essere in difficoltà, poiché la frammentazione del territorio riduce le possibilità di sopravvivenza.
Tra le specie più vulnerabili ci sono il pangolino, gravemente minacciato dal commercio illegale, e il saola, raro bovide delle foreste del Sud-Est asiatico, spesso definito “l’unicorno asiatico” per la sua rarità. Tra i grandi mammiferi, tigri e rinoceronti continuano a subire pressioni legate alla caccia illegale e alla distruzione degli habitat. Anche mammiferi marini come la vaquita, un piccolo cetaceo del Messico settentrionale, rischiano di scomparire a causa della pesca intensiva.
Il rischio estinzione non riguarda solo gli animali lontani dall’Europa. Anche in Italia e in Europa esistono specie vulnerabili, come alcune volpi, lepri, furetti e roditori selvatici, minacciate da urbanizzazione e modifiche dell’ambiente naturale.
Gli esperti sottolineano che ogni mammifero perso rappresenta un pezzo di equilibrio naturale che non tornerà più. La tutela passa attraverso progetti di conservazione, protezione degli habitat, adozioni a distanza, educazione e sensibilizzazione, oltre al rispetto quotidiano della fauna che ci circonda.
Il 2025 ci ricorda che la biodiversità è fragile, e che la sopravvivenza dei mammiferi dipende anche dalle scelte quotidiane dell’uomo. Proteggere gli animali significa proteggere il pianeta e garantire che le future generazioni possano ancora conoscere specie che oggi rischiano di scomparire.


