Tra tradizione e spettacolo, fuochi d’artificio e petardi continuano a segnare le festività natalizie. Ma per milioni di animali, domestici e selvatici, il conto è salatissimo.
Ogni Natale, allo scoccare delle festività, il cielo si accende di luci e colori. Un rito che per molti è sinonimo di festa, ma che per gli animali si trasforma in un incubo fatto di boati improvvisi, vibrazioni e paura. Cani e gatti tremano, scappano, si feriscono; uccelli e fauna selvatica fuggono disorientati, spesso con esiti tragici.
Secondo veterinari e associazioni animaliste, i botti provocano negli animali stress acuto, tachicardia, crisi di panico e, nei casi più gravi, arresti cardiaci. I rifugi segnalano ogni anno un aumento di smarrimenti: animali che, terrorizzati dal rumore, sfuggono al controllo dei proprietari e finiscono investiti o persi per giorni.
Il problema non riguarda solo gli animali domestici. Studi scientifici indicano che i fuochi d’artificio alterano i ritmi della fauna selvatica, causando abbandono dei nidi, collisioni notturne e consumo energetico eccessivo in pieno inverno. Un impatto spesso invisibile, ma profondo.
Le istituzioni locali tentano di correre ai ripari: sempre più comuni vietano o limitano i botti, promuovendo alternative silenziose come spettacoli luminosi a LED o droni. Ma il rispetto delle regole resta disomogeneo, e l’abitudine è dura a morire.
Cosa possono fare i cittadini? Gli esperti consigliano di evitare l’uso di petardi, tenere gli animali in casa in ambienti tranquilli, chiudere finestre e tapparelle, usare musica di sottofondo e, se necessario, consultare il veterinario per rimedi calmanti. Un gesto di responsabilità individuale può fare la differenza.
Il Natale è una festa di condivisione. Rendere le celebrazioni più silenziose e sicure non significa rinunciare alla gioia, ma estenderla anche a chi non ha voce per difendersi. Perché una festa davvero riuscita è quella che non lascia ferite dietro di sé.


