Nocciola, l’energetico naturale che fa bene al cuore
| di Marianna Vallone
Inutile negarlo. La crema spalmabile più famosa al mondo, quella che piace a tutti, grandi e piccini, è realizzata con le nocciole. Oltre alla golosità, c’è da considerare un altro aspetto che rende questo frutto un tesoro unico delle nostre tavole, i suoi valori nutritivi: trenta grammi al giorno di nocciole, infatti, riducono il rischio di malattie cardiovascolari. E’ uno di quei frutti di cui l’uomo ha scoperto le virtù fin dall’antichità. Pianta apprezzata dai Greci, originaria dell’Asia Minore, è una delle più antiche coltivate dall’uomo. Stando ai testi dei poeti classici, le aree del Mediterraneo dovevano essere ricche di nocciole. Dall’alto valore calorico sono anche ricchissime di acidi grassi che aiutano a ridurre il colesterolo nel sangue, contengono fibre utili a migliorare il transito intestinale e sono ricche di vitamine importanti per il nostro benessere. Ecco perché i nutrizionisti consigliano di mangiarne alcune durante la giornata, magari a metà mattinata. Può essere consumata fresca oppure come frutta secca. La maggior parte viene trasformata per essere utilizzata dall’industria dolciaria ma la nocciola non è da assaporare solo come dolce. Sono infinite le ricette che vestono il sapore di questo frutto secco dalle mille proprietà, che dà un tocco di originalità a tanti piatti. Si può realizzare un pesto di sole nocciole, anziché con il più comune basilico; gustosi anche per i più piccoli i filetti di pesce o di pollo nocciolati. Dalle nocciole si estrae anche un olio che diventa un prezioso emolliente, lenitivo e antiossidante. Il raccolto delle nocciole va dai primi di agosto ad ottobre ed una pianta può durare anche cento anni. Per poterle mangiare anche fuori stagione per qualche mese, è possibile conservarle senza guscio in frigorifero. Se invece preferite lasciarle con il guscio, meglio tenerle in luogo asciutto a temperatura ambiente. In Italia la coltivazione di nocciolo è sviluppata sia al Nord, sia al Centro e al Sud, nelle zone collinari. Dopo la Turchia, è il secondo produttore a livello mondiale. La produzione però è concentrata in tre regioni: Piemonte, Lazio e Campania. Può contare su tante varietà, alcune meno note hanno proprietà nutritive di grande qualità. Ne è un esempio la Mortarella o la San Giovanni, quest’ultima coltivata tra Napoli e Avellino.
Ma scopriamo le più importanti.
La nocciola gentile del Piemonte, o meglio dire delle Langhe, è la varietà più conosciuta e utilizzata in campo alimentare e dolciario. La sua produzione si concentra tra le province di Alessandria, Asti, Cuneo e le colline delle Langhe e del Roero. Sapore delicato e un contenuto più ridotto di grassi, esprime il meglio di se in unione con il cioccolato. Vi dice niente il gianduja? Fu proprio un cioccolatiere piemontese a realizzare la ricetta di uno di quei cioccolati oggi così tanto amati.
La nocciola Romana è perfettamente sferica, croccante, senza vuoti interni ed ha un sapore ed un aroma più deciso e persistente di quella delle Langhe. La produzione della Nocciola Romana è molto antica, e interessa le zone di Roma e Viterbo. Una DOP che va conservata in ambienti freschi, lontano dalle fonti di calore e dall’umidità. La tradizione viterbese vuole l’abbinamento delle nocciole con diversi piatti a base di carne, oppure, comunemente, come ingrediente per i prodotti dolciari, come i “tozzetti”, i “brutti buoni”, i “mostaccioli” e i biscotti “ossi da morto”.
Ma la nocciola dalle caratteristiche uniche è quella di Giffoni, in provincia di Salerno. Per distinguerla dalle altre, basterà vedere se la polpa è di colore bianco e il suo sapore è aromatico. Caratteristiche che la rendono straordinaria per la produzione di dolci e per la preparazione della granella. E’ la varietà italiana più pregiata in assoluto. Molte testimonianze, e reperti archeologici esposti al Museo Nazionale di Napoli, parlano della coltivazione della nocciola già dal III secolo avanti Cristo. L’area di produzione della Nocciola di Giffoni IGP si concentra esclusivamente nel salernitano, nell’area della valle dell’Irno e dei Monti Picentini, dove sono i comuni interessati: Acerno, Baronissi, Calvanico, Postiglione, Castiglione, Giffoni Sei Casali, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Fisciano, Olevano sul Tusciano, San Cipriano Picentino, San Mango Piemonte e naturalmente Giffoni Valle Piana.
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