15 Novembre 2025

Nuova legge sull’intelligenza artificiale: l’Italia avanza con regole chiare e trasparenti

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Nuova legge sull’intelligenza artificiale: l’Italia avanza con regole chiare e trasparenti

L’Italia piazza un grande passo avanti nel campo della regolamentazione tecnologica: con l’approvazione della Legge n. 132 del 23 settembre 2025, il Parlamento ha formalizzato un quadro normativo nazionale sull’intelligenza artificiale (IA), diventando uno dei primi Paesi europei a dotarsi di una disciplina organica allineata al regolamento europeo noto come AI Act. 

Principi fondanti: sicurezza, trasparenza e dignità umana

La nuova legge si fonda su un approccio “antropocentrico”: l’IA deve servire le persone, non sostituirle.  Prevede obblighi stringenti di tracciabilità e responsabilità umana, in modo che le decisioni automatizzate possano sempre essere ricondotte a un operatore reale. 

In settori delicati come la sanità, il lavoro, l’istruzione, la giustizia e la pubblica amministrazione, è prevista una supervisione umana: i sistemi basati sull’IA non funzioneranno in totale autonomia, ma dovranno collaborare con figure professionali che ne garantiscano l’uso corretto. 

Diritti e protezione

La legge introduce anche garanzie per i diritti fondamentali, con particolare attenzione alla privacy e alla cybersicurezza.  Per quanto riguarda i minori, l’accesso a sistemi IA è regolato: per chi ha meno di 14 anni serve il consenso dei genitori. 

Sul fronte penale, il legislatore è intervenuto anche per contrastare gli abusi: l’uso illecito dell’IA, per esempio per creare deepfake dannosi o commettere frodi, diventa reato, con pene che possono arrivare fino a 5 anni di carcere nei casi più gravi. 

Innovazione e sostegno all’economia

Non solo limiti, però: la legge prevede anche incentivi. È stato infatti stanziato un fondo da 1 miliardo di euro a sostegno di startup e PMI che sviluppano tecnologie legate all’IA, alla cybersicurezza e alle telecomunicazioni.  Inoltre, governo e autorità nazionali (tra cui l’Agenzia per l’Italia Digitale e l’Agenzia nazionale per la Cyber‑Sicurezza) sono incaricate del monitoraggio e dell’applicazione delle nuove regole. 

Criticità e dibattito pubblico

Non mancano le critiche. Alcuni osservatori sostengono che il fondo da 1 miliardo, pur apprezzabile, sia troppo modesto rispetto agli investimenti internazionali nella corsa all’IA.  Altri temono che le norme, se troppo rigide, possano rallentare l’innovazione, specialmente nelle piccole realtà che non hanno risorse legali o tecnologiche per conformarsi a tutti gli obblighi.

D’altro canto, associazioni per la tutela dei diritti digitali e esperti di etica tecnologica elogiano i principi dichiarati dalla legge, in particolare la centralità della persona, la trasparenza e la responsabilità.

Uno sguardo al futuro

Con questa legge, l’Italia sembra voler dettare il proprio percorso nell’era dell’intelligenza artificiale: non solo come utilizzatrice, ma come regolatrice attiva e responsabile. Il quadro normativo appena approvato potrà fungere da esempio anche per altri paesi europei, mostrando che è possibile abbracciare l’innovazione senza rinunciare alla tutela dei cittadini.

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