15 Novembre 2025

Nuove regole per la cittadinanza italiana: più controlli su chi ottiene lo “ius sanguinis” e nuove possibilità per ex cittadini

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Nuove regole per la cittadinanza italiana: più controlli su chi ottiene lo “ius sanguinis” e nuove possibilità per ex cittadini

L’Italia ha approvato una riforma importante in materia di cittadinanza. Con la conversione del Decreto-Legge 28 marzo 2025, n. 36 nella legge n. 74 del 23 maggio 2025, sono cambiate diverse regole storiche legate al diritto di cittadinanza per discendenza (ius sanguinis) e per riacquisto da parte di chi aveva perso la cittadinanza. 

Limiti all’automatismo dello ius sanguinis Secondo la legge n. 74/2025, non tutti i discendenti di italiani all’estero manterranno il diritto automatico alla cittadinanza. Il testo stabilisce che chi è nato all’estero in possesso di un’altra cittadinanza non acquisisce più automaticamente quella italiana.  Ci sono però delle eccezioni: per esempio, se il genitore o il nonno era esclusivamente cittadino italiano, o se uno dei genitori ha vissuto legalmente in Italia per almeno due anni dopo aver acquisito la cittadinanza.  Riconoscimento per maggiorenni Anche le persone adulte possono ora chiedere il riconoscimento della cittadinanza “iure sanguinis”, a condizione che un ascendente diretto (genitore o nonno) fosse cittadino italiano.  Riacquisto della cittadinanza La riforma introduce la possibilità per ex-cittadini italiani – nati in Italia o residenti almeno due anni consecutivi – di riacquistare la cittadinanza se l’hanno persa entro il 15 agosto 1992.  La finestra per presentare la domanda va dal 1° luglio 2025 al 31 dicembre 2027.  Figli minori nati all’estero Anche i figli minorenni di cittadini italiani nati all’estero sono coinvolti dalle novità: non acquisiscono più automaticamente la cittadinanza se possiedono un’altra nazionalità, ma la possono ottenere tramite una dichiarazione dei genitori, secondo criteri stabiliti dalla nuova norma. 

Motivazioni e obiettivi della riforma

Secondo il governo, l’intervento era dovuto: negli ultimi anni, i consolati italiani all’estero sono stati sommersi da domande di cittadinanza legate a “discendenze lontane”. Il ministro dell’Interno e altri esponenti di governo hanno parlato di abusi e di richieste troppo distanti dal legame reale con l’Italia. 

D’altra parte, la riforma è vista come un tentativo di bilanciare identità nazionale e flussi migratori, dando regole più stringenti ma mantenendo alcune aperture in termini di riacquisto per chi ha perso la cittadinanza. 

Critiche e preoccupazioni

Le modifiche non sono passate senza polemiche. Molti discendenti di italiani, specialmente all’estero, lamentano che il nuovo limite “due generazioni” per lo ius sanguinis escluda persone con legami storici profondi con l’Italia. 

Inoltre, alcuni osservatori sottolineano che il sistema, pur più rigido, potrebbe penalizzare chi ha un legame affettivo e culturale forte con l’Italia, anche se nato lontano. 

Impatti pratici e prossimi passi

I consolati italiani esteri dovranno adeguare le proprie procedure per gestire le nuove richieste di cittadinanza.  Chi ha già presentato documentazione entro il 27 marzo 2025 potrà far valere le vecchie regole in alcuni casi.  Per chi intende riacquistare la cittadinanza: la finestra per la domanda è di poco più di due anni (da luglio 2025 a dicembre 2027) e c’è un contributo da versare (secondo alcune fonti). 

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