Omero a Palinuro: all’Antiquarium incanto ed emozioni con l’Odissea di Gianluigi Tosto

Quando si uniscono le pagine dell’Odissea, un attore straordinario e l’atmosfera della Ficocella a Palinuro, località sospesa tra mito e realtà, il risultato non può essere che puro incanto. È quanto avvenuto ieri sera nella cornice dell’Antiquarium, dove, come un aedo dei nostri tempi, Gianluigi Tosto ha emozionato con la sua versione del poema omerico, fondamento del nostro immaginario e della nostra cultura.

Ha introdotto i presenti alle malìe dell’universo omerico Emanuele Stolfi, Ordinario di Diritto Romano e Diritti dell’antichità dell’Università di Siena. A chiusura della sua bella lectio brevis intitolata “La voce, il viaggio, le astuzie” il professore, nel ricordare come la versatile astuzia sia la caratteristica principale di Ulisse, ha suggerito simpaticamente una sua possibile traduzione nel termine “cazzimma”. Un tocco di napoletanità accolto da una risata omerica del pubblico.

Subito dopo Gianluigi Tosto si è preso la scena. Grazie a una voce e a una memoria prodigiosa, maneggiando strumenti musicali capaci di raccontare melodie arcaiche e lontane, l’attore ha trasportato i presenti nel viaggio tormentato di Odisseo, in cui l’avventura, le sfide e l’inesausto desiderio di scoperta s’intrecciano con la nostalgia, il “dolore del ritorno”. Difficile non emozionarsi immaginando Polifemo dormiente, dalla cui gola “venivano su sgorghi di vino e bocconi di carne umana”; oppure sognando l’isola delle Sirene. Laddove tutti i compagni hanno la cera alle orecchie, lui è troppo curioso, non vuole perdersi quel canto meraviglioso eppure letale.

Ma soprattutto da brividi è stato il finale dello spettacolo. Dopo la vendetta sanguinosa sui Proci, avviene finalmente l’agognato ricongiungimento tra l’eroe e la sposa Penelope, non inferiore per intelligenza e saggezza: la compagna ideale, sulla cui fedeltà ogni uomo che affronti un’odissea vorrebbe poter contare.