Omicidio Buonabitacolo, Lapenta: «Antonio non era mio amico ma il mio pusher»

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Omicidio Buonabitacolo, Lapenta: «Antonio non era mio amico ma il mio pusher»

Cinquanta grammi di marjiuana e forse 500 euro di provento. Se confermata l’assenza di pregressi debiti e crediti, che non sono da escludere, questi motivi sono bastati al 18enne di Buonabitacolo Karol Lapenta per uccidere Antonio Alexander Pascuzzo. La procura della Repubblica di Lagonegro per questo contesta a Lapenta, accusato dell’omicidio del coetaneo, anche l’aggravante di aver agito per futili motivi. Un delitto violento ed efferato e sicuramente premeditato per gli inquirenti. Nello zaino il coltello prelevato dal negozio di Montesano Scalo dove lavorava come aiuto macellaio, con una lama di circa 12 centimetri che il killer porta con sé, e con il quale ha colpito la vittima. 

«Non era mio amico, nè mio nemico. Da alcuni mesi il mio fornitore», ha confessato il presunto assassino ai carabinieri dopo il ritrovamento del corpo di Pascuzzo, trovato sabato pomeriggio sul greto del torrente Peglio a Buonabitacolo. Motivazioni legate alla droga per ora, ma gli inquirenti non escludono altre motivazioni, forse debiti pregressi o odio e rancore. «Il Pascuzzo era attenzionato dalle Forze dell’ordine da mesi – ha spiegato il procuratore capo del tribunale di Lagonegro Vittorio Russo – perché noto come persona dedita a traffici  di marjiuana (era stato arrestato a novembre) tra i ragazzi del posto. Per questo, dal momento della scomparsa, noi eravamo già sulle tracce».

L’omicidio si sarebbe consumato in mezzora, tra le 22.45 e le 23.15 di venerdì 6 aprile, giorno della scomparsa di Antonio Pascuzzo, appena uscito di casa dello zio dopo aver ricevuto un sms. Poi del giovane si perdono le tracce per otto giorni fino al suo ritrovamento alla palestra comunale di Buonabitacolo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il giovane esce per incontrare Lapenta, che lo uccide con 7 coltellate al petto e alla schiena di cui una fatale al cuore. Trascinerà il corpo per circa 50 metri per poi lanciarlo nella scarpata, ma prima lo colpisce con un calcio al volto. Saranno gli uomini volontari della Protezione civile a ritrovato sabato 14 aprile. 

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