Palinuro, la bellezza selvaggia di cui non ci si stanca mai
| di Dario Marrazzo
Situato nel cuore del Cilento, più precisamente nel Comune di Centola, Capo Palinuro è un paradiso dove un mare dalle acque di rara trasparenza avvolge un paesaggio unico, tanto da non temere confronti con mete campane di fama internazionale come Capri e la costiera amalfitana.
Se però queste mete sono legate a un immaginario da rivista, il fascino di Palinuro consiste nell’aver conservato un’anima selvaggia, meno chic forse, ma più autentica e genuina, in cui è la natura, e non il caos mondano, il vero protagonista.
La sua bellezza selvaggia si esprime innanzitutto nella conformazione della costa, dove si alternano dune morbide e alte scogliere. Emblematiche sono le meravigliose grotte marine lungo il promontorio, come la Grotta Azzurra, con i suoi splendidi giochi di luce nella penombra, la Grotta del Sangue e la Grotta dei Monaci, le cui pareti rocciose sembrano evocare immagini oniriche.
Tale affascinante complesso di grotte e formazioni rocciose lo si può ammirare facendo un tour in barca, magari con una sosta alla Baia del Buondormire. Qui, tra il verde intenso della vegetazione e la sabbia dorata su cui danzano i riflessi delle onde, si ha la sensazione di essere su una spiaggia thailandese o in un romanzo di Salgari.
Tutto ciò (e molto altro) è incorniciato da tramonti d’irreale, lacerante bellezza, i cui colori, prima ancora che sulle fotocamere dei cellulari, rimangono tatuati a fuoco sotto la pelle, negli abissi dell’anima. Suggestivi, poi, sono i richiami letterari al nocchiero di Enea, che secondo la narrazione di Virgilio sarebbe naufragato nel blu profondo di queste acque.
Chi, insomma, alla mondanità più caotica preferisce il romanticismo e la poesia della natura, magari senza sdegnare la deliziosa cucina tipica fatta con le risorse del territorio, troverà in Palinuro e nel suo borgo un’oasi indomita della quale è impossibile non innamorarsi.
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