La corsa ai pannelli solari non è più una scelta di nicchia: è diventata una delle leve strategiche della transizione energetica italiana. La Campania, regione tradizionalmente legata alle fonti fossili e alle grandi infrastrutture centralizzate, sta progressivamente spostando il baricentro verso il fotovoltaico diffuso, puntando in particolare sui tetti di abitazioni private, edifici pubblici e piccole e medie imprese.
Ma quanti soldi sta davvero investendo la Regione? E con quali strumenti?
I finanziamenti: fondi regionali, PNRR e incentivi statali
Negli ultimi anni la Campania ha messo in campo una combinazione di risorse regionali, fondi europei e strumenti nazionali. Solo per i bandi regionali dedicati al fotovoltaico e alle fonti rinnovabili, la dotazione ha raggiunto circa 30 milioni di euro, finalizzati alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti pulite e alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.
A questo si aggiunge la grande partita del PNRR, che a livello nazionale ha destinato 2,2 miliardi di euro alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), con contributi a fondo perduto fino al 40% degli investimenti. La Campania è tra le regioni che puntano maggiormente su questo modello, soprattutto nei comuni sotto i 30 mila abitanti, dove è più facile costruire reti locali di produzione e condivisione dell’energia.
Sul fronte delle imprese, la Regione ha prorogato gli incentivi per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, destinati in particolare alle PMI, favorendo l’installazione di impianti fotovoltaici sui capannoni industriali e sui tetti degli edifici produttivi.
Il “fotovoltaico sociale”: tetti pubblici e famiglie a basso reddito
Uno degli assi più innovativi è quello della lotta alla povertà energetica. Attraverso strumenti nazionali come il Reddito Energetico, cui i cittadini campani possono accedere tramite il GSE, vengono finanziati impianti fotovoltaici per famiglie con ISEE basso, trasformando i tetti delle case popolari e delle abitazioni private in microcentrali elettriche.
In parallelo, scuole, municipi ed edifici pubblici stanno diventando protagonisti di una nuova stagione di autoproduzione. L’obiettivo dichiarato è duplice: abbattere i costi delle bollette degli enti locali e dare un segnale visibile di conversione ecologica ai territori.
Quanti tetti solari in Campania?
Non esiste ancora un censimento unico aggiornato in tempo reale, ma i dati dei gestori della rete mostrano una crescita costante degli impianti. La Campania è oggi tra le regioni del Sud con il maggior numero di nuove installazioni annuali, con una diffusione significativa soprattutto nelle province di Napoli, Salerno e Caserta.
La logica sta cambiando: non più solo grandi parchi fotovoltaici a terra, ma impianti diffusi “a macchia di leopardo” sui tetti di capannoni industriali, condomìni, villette e edifici pubblici. Una trasformazione silenziosa ma visibile dal satellite.
Il nodo delle comunità energetiche
Il vero salto di qualità passa dalle Comunità Energetiche Rinnovabili. Qui la Campania prova a giocare una partita strategica: i cittadini producono energia sui propri tetti, la immettono in una rete locale e la condividono con altri utenti del territorio.
Grazie ai contributi a fondo perduto fino al 40% e alle tariffe incentivanti sull’energia condivisa, l’obiettivo è creare piccoli ecosistemi energetici autosufficienti, soprattutto nei centri interni e nei comuni più piccoli.
Tra ambizioni e ostacoli
Il percorso, però, non è privo di difficoltà. I tempi burocratici, le complessità autorizzative e la frammentazione delle competenze rallentano spesso la realizzazione degli impianti. Molti cittadini e imprese si scontrano ancora con procedure complesse e con una rete elettrica che non sempre è pronta a gestire flussi bidirezionali su larga scala.
Anche per questo la Regione ha puntato sulla proroga delle misure per le PMI e su un rafforzamento dell’assistenza tecnica agli enti locali, per accelerare la diffusione degli impianti.
Una rivoluzione che passa dai tetti
La Campania non è ancora tra le regioni leader assolute delle rinnovabili, ma la direzione è chiara: portare il solare dove prima non arrivava, sui tetti delle persone comuni.
Tra bandi regionali, fondi PNRR e incentivi nazionali, il flusso di investimenti supera già decine di milioni di euro, con un potenziale di crescita ancora enorme nei prossimi anni. La vera scommessa, però, non è solo finanziare i pannelli, ma costruire una cultura dell’autoproduzione e della condivisione dell’energia.
Il futuro energetico della Campania, sempre più spesso, si sta scrivendo dall’alto delle case.
Se vuoi, posso aggiungere dati ancora più puntuali su megawatt installati o un focus su una singola provincia.


