Accordo raggiunto a notte fonda al Consiglio Agricoltura e Pesca dell’Unione Europea (Agrifish) sui limiti di cattura per il prossimo anno nei mari Atlantico, Mediterraneo, Mare del Nord e Mar Nero. Dopo intensi negoziati con gli Stati membri, è stato ottenuto lo stralcio delle proposte avanzate dalla Commissione europea in materia ittica e ambientale, giudicate da più parti sproporzionate e penalizzanti per il settore.
In particolare, per l’Italia, è stata definitivamente respinta l’ipotesi di una drastica riduzione del 64% delle giornate di pesca a strascico nel Mediterraneo e del 12% delle catture di sarde e acciughe nell’Adriatico. Misure che avrebbero avuto un impatto devastante sulle marinerie e sulla tenuta socioeconomica di numerosi territori costieri.
Il Consiglio Agrifish ha quindi bocciato le proposte della Commissione che prevedevano ulteriori tagli alle giornate di pesca per il 2026, scongiurando uno scenario che avrebbe messo in seria difficoltà migliaia di operatori del comparto. Determinante l’azione congiunta di Italia, Francia e Spagna, che hanno presentato un documento comune alla presidenza del Consiglio, affermando una linea improntata a responsabilità e buon senso.
L’obiettivo condiviso è stato quello di contrastare riduzioni estreme e generalizzate, ritenute inefficaci e non supportate da dati aggiornati, riaffermando la necessità di coniugare la sostenibilità ambientale con la tutela del lavoro e della dignità dei pescatori. Il compromesso raggiunto consente di mantenere sostanzialmente lo status quo, prevedendo una riduzione limitata delle giornate di pesca che, attraverso il meccanismo delle compensazioni, potrà essere ulteriormente attenuata.
La sostenibilità del settore ittico europeo, è stato ribadito nel corso del confronto, non può prescindere dal rispetto delle comunità costiere, della loro storia e del diritto a continuare a lavorare. Un equilibrio che, con l’accordo raggiunto, l’Unione Europea prova ora a ricercare su basi più realistiche e condivise.


