“Rivedere il sistema di calcolo delle giornate di attività per le imprese di pesca, garantire l’erogazione degli aiuti agli operatori che hanno rispettato il fermo pesca e assicurare la certezza dei pagamenti, oltre a chiarire le intenzioni sul piano ‘West Med’, affinché le regole siano fondate su dati scientifici ed economici. Sono questi i punti principali dell’interrogazione presentata al ministero competente sugli effetti della proroga del fermo pesca nel Tirreno, nello Ionio e nelle Isole.
Il nuovo stop fino al 30 novembre, conseguenza delle misure di salvaguardia imposte dall’UE per la tutela di specie come il nasello e il gambero mediterraneo, di fatto raddoppia il periodo di inattività già in vigore dal primo ottobre. Una decisione che, dopo il rispetto del calendario nazionale, rischia di compromettere l’intera filiera: molte imbarcazioni saranno costrette a restare nuovamente in porto, con pesanti ripercussioni sull’economia delle comunità costiere coinvolte.
Per questo chiediamo che, di fronte a queste ulteriori sospensioni, si prevedano nuovi indennizzi mirati e un quadro normativo più stabile, capace di offrire certezze alle imprese di pesca. È un settore che va tutelato: servono regole chiare, tempi certi e una strategia di lungo periodo, non decisioni estemporanee che rischiano di mettere in crisi un comparto strategico e migliaia di famiglie che vivono di mare”. Così i deputati della Lega Attilio Pierro e Dario Giagoni.


